Economia, ecologia; parrocchia ed ecumene

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Lungo il percorso non sempre agevole, anzi piuttosto accidentato, nella foresta lessicale della lingua italiana, intendo oggi avviare una riflessione su alcune voci: vocaboli che nella loro forma essenziale si incontrano identici in quasi tutte le lingue europee, in quanto formati da due radici di origine greca, vocaboli che pur non rivelando all’apparenza nessuna familiarità semantica per come vengono usati oggi, hanno tuttavia in comune un medesimo tratto semantico nella loro storia etimologica.

La loro diffusione dimostra ancora una volta come le lingue moderne, quale direttamente quale per induzione, siano tributarie del “greco antico”. Sono parole dotte, divenute ordinarie e insostituibili dalla pratica dell’uso, e apparentemente – lo ripeto – senza alcun legame semantico tra di loro.

Parrocchia e diocesi, economia ed ecologia, ecumenico e meteco, e sarei tentato di aggiungervi anche il marchio IKEA, anche se Wikipedia ci assicura trattarsi di un acronimo (quello del nome dei due soci fondatori).

Prima di isolare l’elemento radicale che sul versante etimologico le accomuna cerchiamo di vedere qual è il loro significato: operazione che possiamo fare tranquillamente consultando il vocabolario della lingua italiana di di cui disponiamo a casa nostra. E, sospendendo in via cautelare il giudizio su Ikea, delle altre parole che ci proponiamo di esaminare troveremmo grosso modo le seguenti definizioni.

Parrocchia, è una realtà territoriale e sociologica del mondo cattolico, con almeno una costruzione architettonica (chiesa) come sede per i riti del culto, un religioso (il pastore, il pàrroco, appunto) che su mandato del vescovo la guida e la governa, e una comunità di credenti chiamata anche “assemblea dei fedeli” oppure “chiesa locale”, che si impegna a vivere secondo i valori del vangelo; e poi le varie organizzazioni impegnate in attività sociali, culturali, educative, con l’unica finalità di realizzare il Regno di Dio.

Diocesi, è una unità territoriale più grande della parrocchia; anzi, potremmo dire un insieme di parrocchie al cui vertice c’è il vescovo, che, come successore degli apostoli attraverso l’unzione del crisma (consacrazione) trasmette il carattere sacramentale ai “chiamati” ad essere ministri del culto.

Ecumenico, aggettivo da “ecumene”: nel periodo ellenistico era chiamata ecumene la “terra abitata”, quindi “tutto il mondo conosciuto”.

Meteco, usato ancora oggi per indicare “lo straniero”; presso gli antichi Greci con questo termine si indicavano gli stranieri residenti in città, i quali in piena libertà potevano commerciare, senza però prendere parte alla vita politica.

Economia, è il sistema di produzione di beni e servizi: la loro messa a disposizione (distribuzione) attraverso lo scambio dei prodotti, la loro gestione, la loro amministrazione; a volte la parola viene usata per indicare ricchezza di una nazione oppure risparmio delle famiglie.

Ecologia, è lo studio dell’ambiente; ma anche tutte quelle iniziative messe in campo per la sua custodia e salvaguardia.

Tutte queste parole, come ho detto, di origine greca, hanno un elemento strutturale (radice) in comune: una parolina che rimanda alla parola greca che significa “casa”, come possiamo vedere nel prospetto che segue:
Parrocchia (παρά οικίας = presso le case).

Diocesi (διά οικίας = attraverso le case).

Ecumene (è il participio medio – in italiano sarebbe il participio passato (passivo) – femminile, dal verbo οικέω = abito. Quindi si traduce “abitata”: sottinteso “terra”).

Meteco (μέτ-οικου = separato da casa; lontano, quindi emigrante) .

Economia (è formata da due radici greche: οίκου + νόμος, di cui la prima significa “della casa”, e la seconda: “legge, governo, amministrazione”. Economia, dunque, stando alla sua forma etimologica è proprio il governo, l’amministrazione della casa).

Ecologia (da οίκου + λόγος, “della casa” + “il discorso”: la scienza, la disciplina; intendendo per casa l’ambiente in cui viviamo, quindi il mondo. Discorso sta invece per una riflessione responsabile e possibilmente scientifica su di esso).

Tutte queste parole, com’è evidente, etimologicamente hanno a che fare con casa (οίκος = casa; οικέω = abitare) . In seguito si sono specializzate con i significati che tutti noi conosciamo.

Allora, non deve sembrare un azzardo – alla luce di quanto detto – supporre che anche la parola IKEA (per quanto possa veramente corrispondere all’acronimo formato dalle iniziali dei due soci fondatori della grande catena di distribuzione svedese di arredo e utensileria per la casa, come sostiene Wikipedia) da parte dei predicatori dell’immagine, degli esperti del marketing e dei teorici della comunicazione di massa e della psicologia sociale, possa essere stata sfruttata per rappresentare l’idea stessa di “casa” e di “abitare”.

Ne avrebbero avuto validi motivi.

Luigi Casale

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