Camerino riparte con la consegna delle lauree. Fra le scosse

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Camerino riparte con consegna lauree. Fra le scosse
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CAMERINO (MACERATA). – La parola “ripartire” è un’eco che rimbalza nelle valli del Centro Italia colpite dal terremoto, tra Umbria e Marche. E Camerino, che punta tutto sull’università, la interpreta con 24 lauree ad altrettanti studenti di informatica, mentre prosegue lo sciame sismico, che nel Maceratese sembra più intenso. Un segnale da dare ai 9.000 iscritti dell’ateneo, oltre la metà fuori sede. Un proposito al quale credono tutti in una città che per due terzi è diventata ‘zona rossa’ e che basa la sua economia sull’indotto generato dall’università.

Col sisma, spiega il rettore Flavio Corradini, “circa 1.500 studenti non hanno più l’alloggio e sono andati via. Le case dove abitavano sono danneggiate. Voglio farli tornare, voglio che possano seguire le lezioni qui”. Molti avevano affittato camere e appartamenti nel centro, che ora è inaccessibile a causa delle distruzioni.

“Ho chiesto al commissario Vasco Errani moduli abitativi per farli rientrare”, aggiunge il rettore. Errani era presente alla cerimonia: “L’università – ha fatto notare – è un punto strategico per la cultura, l’economia del territorio. Stiamo lavorando per la piena ripresa delle attività e affinché gli studenti possano frequentare qui, sul posto, le lezioni. Oggi ricominciamo da qui, da queste lauree”.

Secondo il sindaco Gianluca Pasqui “Camerino non è in ginocchio perché le strutture che contano sono in piedi, quelle per la cultura e per lo sviluppo del territorio sono tutte funzionanti”.

In ottica di rinascita post sisma, il vescovo Francesco Brugnaro ha detto che “l’uomo ha un desiderio, che non muoia la vita”. La cerimonia è stata fatta nel campus, costruito con criteri antisismici fuori abitato: sembra un posto sicuro. ‘Il futuro non crolla’ è peraltro lo slogan che campeggiava sulle magliette dell’ateneo indossate da professori e studenti.

“Il 26 ottobre avevamo discusso la tesi nella sessione di pre-laurea, i prof ci hanno detto i voti. Poi, mentre stavamo per uscire dalla facoltà, c’è stato il terremoto. Siamo scappati”, ricorda Enrica Berardi, 24 anni di Teramo. La professoressa Barbara Re aggiunge: “Stavamo proprio scendendo le scale, avevamo finito la sessione…”.

C’era stata molta paura, che la giornata festosa odierna fa nascondere. Ma che l’assenza di tanti studenti conferma. Tra chi conclude gli studi c’è anche Nijiadi Abudukaiyou, 29 anni, venuto dalla Cina a studiare informatica a Camerino: “Ho scelto l’Italia perché è il centro della cultura europea e perché qui i corsi sono in inglese”, ha spiegato e del sisma dice di non aver avuto timore.

(dell’inviato Michele Giuntini/ANSA)