Renzi per Hillary. Grillo, Trump-Clinton fine del sogno Usa

Renzi per Hillary
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ROMA. – Hillary Clinton o Donald Trump? Nessuno dei due: entrambi incarnano “la fine del sogno americano”. Nel giorno dell’atteso Election Day irrompe, a suo modo, Beppe Grillo, confermando quanto già emerso nei giorni scorsi: il Movimento non si schiera, non solo per rispetto della “sovranità dei cittadini Usa” ma anche perché né il tycoon dei Queens né l’ex segretario di Stato rappresentano per i pentastellati una soluzione.

E il blitz di Grillo arriva in un contesto politico dove, se si escludono gli endorsement di Matteo Renzi per Clinton e Matteo Salvini per Trump, nessuno dei due candidati sembra ‘surriscaldare’ davvero la platea italiana. I tempi del ‘Yes, we can’ di obamiana memoria, insomma, sembrano lontanissimi.

L’ex First Lady, ad esempio, qui può contare sul tifo dei Democratici italiani, a cominciare dal suo segretario, che assisterà da Palazzo Chigi alla ‘notte elettorale’. Ma già spostandosi più al sinistra, il tifo risulta meno vigoroso. “Voterei Clinton ma senza entusiasmo perché in fondo esprime gli interessi di quelle élites finanziarie che tanta responsabilità hanno nella crescita di movimenti regressivi come quello interpretati dal suo avversario” spiega Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana.

‘Freddina’, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, anche l’attenzione nel centrodestra. Silvio Berlusconi, grande amico del Repubblicano George W. Bush, non ha mai detto chi, tra Clinton e Trump, voterebbe e anche in FI non c’è una linea unitaria.

Nettissimo è invece l’endorsement di Matteo Salvini per ‘The Donald’. “Preferisco l’incognita Trump alla Clinton che è come l’euro, morte certa”, ribadisce anche oggi il leader leghista.

Non preferisce nessuno dei due, invece, Beppe Grillo. La statua della Libertà “è diventata nera, cupa e triste” mentre Clinton e Trump rappresentano “Berlusconi doppiato in un colpo solo” in un’America dove “se uccidi la classe media, non resta nulla”, spiega l’ex comico disegnando il rischio che, in Italia, avvenga proprio ciò che avverrà questa notte oltreoceano. Ma, sottolinea, “qui l’alternativa all’asservimento ed al ridicolo cinismo ha la forma del M5S il cui tessuto è la partecipazione reale ed il sogno”.

Gli altri penstatellati mantengono la linea dell’astensione. E Manlio Di Stefano interviene sui sospetti, emersi in questi giorni sui media, di un filo diretto tra il M5S e Vladimir Putin (mai come questa volta, tra l’altro, collegato dai media internazionali a un candidato alla Casa Bianca, ovvero a Trump): “Con gli Usa già parliamo, ora dobbiamo concentrarci a parlare con il resto dei rappresentanti della popolazione mondiale. A giorni alterni ci dipingono come amici di Putin, della Cina o della Siria ma occorre entrare nel merito”, spiega Di Stefano.

(di Michele Esposito/ANSA)

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