Terremoto: nell’Umbria colpita si lavora per ripartire

Terremoto: nell'Umbria colpita si lavora per ripartire
Terremoto: nell'Umbria colpita si lavora per ripartire
Terremoto: nell’Umbria colpita si lavora per ripartire

NORCIA (PERUGIA). – Si continua a pensare all’assistenza alla popolazione ma a Norcia e negli altri centri della Valnerina umbra feriti dal terremoto si lavora anche per ripartire. Individuando le aree dove collocare i container e quelle per piazzare le cosiddette casette di legno, ‘ultima’ destinazione degli sfollati in attesa della ricostruzione.

Lavoro che idealmente ruota intorno alla Basilica di San Benedetto a Norcia, sulle cui macerie i vigili del fuoco hanno sistemato dei grandi teloni neri per riparare dalle intemperie ciò che resta. Perché, come ha sottolineato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, “rimettere a posto” quella chiesa “è un modo per rimettere insieme l’Europa”.

“Serve forte – ha detto il premier – l’idea di comunità nazionale, servono simboli. L’identità territoriale è un valore”. Di chiese “patrimonio per l’identità e l’appartenenza della gente” hanno parlato i vescovi in un incontro con il ministero dei Beni Culturali. Sottolineando l’urgenza di procedere a restituirne al culto almeno una parte.

Ai vigili del fuoco ha intanto rivolto il suo ringraziamento il ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Sono il fiore all’occhiello del soccorso pubblico” ha sostenuto. Evidenziando “la tempestività, l’energia, la competenza e la forza impiegate in occasione del terremoto”. Un dispositivo di soccorso articolato e che non smette di funzionare nemmeno per un attimo. Impegnato prima di tutto nell’assistenza alla popolazione.

Accanto alle tensostrutture comunitarie dove dormono quelli che hanno scelto di non lasciare le zone terremotate, circa 2 mila e 500 (oltre a 800 nelle tende), sono stati sistemati i container con bagni e docce. Si è pensato a ottimizzare il riscaldamento in vista di un possibile calo delle temperature, domani previste intorno a zero.

Anche per questo l’obiettivo dei soccorsi è di incentivare il ricorso temporaneo alle strutture ricettive (che ospitano circa mille e 600 persone) e l’autonoma sistemazione, per la quale la Regione ha anticipato oltre 515 mila euro a 16 Comuni.

Per chi ha deciso comunque di restare, tra Norcia, Cascia e Preci e negli altri centri colpiti sono state individuate le aree per i container, moduli con due o tre posti letto e servizi in comune. Con l’obiettivo di trasferire gli sfollati prima di Natale. Solo dopo sarà possibile montare le casette.

A Norcia entro giovedì sarà completamente evacuata la frazione di Castelluccio. La lasceranno infatti anche gli ultimi due allevatori rimasti per occuparsi di 600 pecore, un centinaio di bovini e una quarantina di cavalli che verranno trasferiti in strutture provvisorie e in altre stalle della Valnerina. Sempre a Norcia il Comune sta intanto individuando le aree dove collocare le strutture per le prime attività commerciali che ripartiranno.

L’amministrazione ha anche predisposto un modulo sul proprio sito per accreditare le aziende che volessero aderire alle iniziative per la vendita di prodotti locali per un “sostegno solidale” all’economia del territorio. Tutto mentre si cominciano a spostare le macerie per liberare alcune vie d’accesso alla zona rossa. In Valnerina si pensa però anche alla ripresa delle scuole che in quasi tutti i centri riprenderanno lunedì prossimo.

(di Claudio Sebastiani/ANSA)