Trump alla Casa Bianca, disfatta Clinton. Shock mondo

EPA/ERIK S. LESSER
EPA/ERIK S. LESSER

NEW YORK. – E’ la notte del trionfo per Donald Trump. E’ la notte della disfatta per Hillary Clinton. L’America volta pagina mandando alla Casa Bianca uno dei candidati più controversi di sempre. E il mondo trema, dall’Asia all’Europa. E i mercati affondano, col rischio di un nuovo effetto Brexit.

Trump ha compiuto il miracolo. E i sondaggi ancora una volta hanno dimostrato tutti i loro limiti. Il tycoon è riuscito a strappare alla candidata democratica, in leggero vantaggio alla vigilia, tutti gli stati necessari per conquistare la fatidica soglia dei 270 grandi elettori necessari per la vittoria, consacrandosi così 45/ presidente degli Stati Uniti. E infrangendo il sogno della prima donna Commander in Chief.

Quello di Trump è stato un ‘filotto’ inarrestabile: Ohio, Florida, North Carolina. E poi ancora l’Iowa il Nevada, e così via. Uno per uno tutti gli stati in bilico, fino al colpo del ko con Wisconsin e Pennsylvania. Un incubo per la ex first lady che seguiva i risultati da un Hotel di Manhattan e per i suoi sostenitori riuniti al Javits Center convinti di far festa con tanto di fuochi di artificio. Sono stati invece mandati a casa in preda alla disperazione.

Mentre nel ‘fortino’ della Trump Tower il tycoon incredulo prendeva di minuto in minuto, di proiezione in proiezione coscienza di una vittoria che forse neanche lui all’inizio della campagna elettorale immaginava. E che ha ottenuto contro tutto e tutti.

Contro una candidata che aveva dietro una potente macchina di partito, un presidente mai così popolare come Barack Obama e l’intero star system. E contro lo stesso partito repubblicano che gli ha dato la nomination turandosi il naso, e che nelle ultime settimane lo aveva praticamente abbandonato.

Trump ha vinto in pratica da solo, circondato quasi esclusivamente dalla famiglia e dai fedelissimi. Clinton, che nemmeno si è presentata ai suoi fan, ha subito chiamato il rivale di mesi di durissima campagna elettorale, per concedere la vittoria. Lui ha ricambiato congratulandosi a sua volta con lei e lanciando un appello accorato: “E’ l’ora di unirci. Sarò il presidente di tutti”.

C’è da credere che anche i repubblicani proveranno ora a ricompattarsi dietro al nuovo ‘leader’, cambiando in gran parte pelle. E intanto ad attendere Trump ci sarà un Congresso ‘amico’. Perché dalle urne dell’Election Day è uscita anche una schiacciante vittoria del Grand Old Party che mantiene il controllo sia della Camera dei Rappresentanti sia del Senato.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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