Referendum: stop al ricorso di Onida. Polemica Grasso-Orlando

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Referendum: stop ricorso Onida. Polemica Grasso-Orlando
Referendum: stop ricorso Onida. Polemica Grasso-Orlando

ROMA. – Il tribunale di Milano ha respinto i due ricorsi presentati dall’ex presidente della Consulta Valerio Onida che eccepiva sul quesito unico referendario. La decisione dei magistrati chiude di fatto la querelle sulla data del voto: si voterà il 4 dicembre.

Meno di un mese che si annuncia senza sconti tra opposte tifoserie. E non solo tra i partiti: fa discutere la decisione dell’Anpi di negare l’iscrizione alla sezione di Montebelluna per Laura Puppato, schierata per il sì laddove l’associazione dei partigiani sostiene il No.

Il giudice civile di Milano Loretta Dorigo non ha ritenuto “di ravvisare una manifesta lesione del diritto alla libertà di voto degli elettori per difetto di omogeneità dell’oggetto del quesito referendario”. Anzi, aggiunge il magistrato, lo spacchettamento in più quesiti “snaturerebbe” la decisione sulla riforma da parte degli elettori.

Onida ed il pool di legali, che avevano presentato i ricorsi, ora si riservano di decidere se impugnare il provvedimento ma nel frattempo il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza di sospensiva urgente del Comitato del No. E dai fronti opposti si ha l’impressione che, messe da parte le carte bollate, si passerà solo alla campagna referendaria sul territorio.

Matteo Renzi, nel suo tour delle 100 città, ha toccato Pescara ancora più convinto che “il sì equivale a cambiare perchè la vecchia guardia ha fallito, unita solo dall’odio”. Un bivio tra passato e futuro, insomma. Il giorno dopo l’elezione di Trump alla Casa Bianca, il governo è convinto che non c’è relazione tra la vittoria del tycoon ed il voto del 4 dicembre anche perchè, sostiene il premier, in Italia il cambiamento è rappresentato dal sì al referendum.

Mentre, incalza il ministro Boschi in un incontro con alcuni esponenti dei comitati europei, chi sostiene il no è solo un’ammucchiata. “Sarebbe interessante – polemizza Boschi – un confronto tra Beppe Grillo e Massimo D’Alema sull’Europa o uno tra Bersani e Salvini sull’immigrazione. Non so come possano stare tutti insieme”.

Ma al di là dei partiti, con M5S pronta ad avviare la campagna usando i treni, la polemica investe istituzioni e associazioni. Oggi il presidente del Senato Pietro Grasso ed il ministro Orlando sono stati protagonisti di un vivace scambio, con Grasso che ha affermato che i ‘ritardi’ nel fare le leggi “non dipendono affatto dalle procedure del bicameralismo paritario”, ma bisogna “trovare gli accordi politici per portare in Aula le norme”.

Ed il Guardasigilli che ha ribattuto: “Se è vero che con il monocameralismo bisogna trovare un accordo, è vero anche che con il bicameralismo bisogna trovarne due”. Frecciate che in altri casi diventano veri e propri scontri: il Pd denuncia l'”epurazione” di Laura Puppato, la senatrice dem che si è vista negare la tessera Anpi. Amareggiata l’esponente dem che ringrazia comunque “i messaggi privati dei tanti iscritti che mi hanno offerto di tesserarmi nelle loro sezioni” denunciando un “clima in Anpi molto triste”.

Se c’è chi si concentra sulla battaglia, c’è chi immagina e scommette sugli scenari post referendum. Secondo gli analisti della banca giapponese Nomura per l’Italia un evento come la Brexit e la vittoria di Trump sarebbero le elezioni anticipate in quanto condurrebbero probabilmente a una maggioranza del Movimento Cinque Stelle nella Camera dei Deputati.

In un report, si legge su Bloomberg, gli analisti affermano che il ‘no’ ha un alta probabilità di vincere al referendum del 4 dicembre ma è improbabile che la bocciatura della riforma possa portare a elezioni anticipate.

Non si spinge fino alle urne ma dice la sua anche Gianni Cuperlo, in campo per il sì: “Se vincerà il no, credo che Renzi farà come ha detto: salirà al Quirinale e rimetterà il mandato”.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)