Veleni Quirra: processo riprende dopo stop di due anni

(ANSA) – LANUSEI (NUORO), 11 NOV – Si torna in aula, dopo due anni di stop, per il processo sui cosidetti ‘veleni’ di Quirra, che vede alla sbarra, davanti al giudice monocratico di Lanusei, Nicola Serra, otto ex comandanti del Poligono di Perdasdefogu dal 2004 al 2010: Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni e Carlo Landi e Paolo Ricci; e i comandanti del distaccamento dell’Aeronautica di Capo San Lorenzo, Gianfranco Fois e Francesco Fulvio Ragazzon. Per tutti l’accusa è di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri, perché non avrebbero recintato e interdetto al pubblico le zone militari, dove ci sarebbero state sostanze nocive come l’uranio impoverito, che avrebbero pregiudicato la salute dell’uomo e degli animali. Il processo era fermo dal dicembre 2014, quando la Regione Sardegna aveva sollevato presso la Corte Costituzionale la questione di legittimità dell’art. 311 del Testo unico ambientale che dispone che il risarcimento danni venga chiesto solo dallo Stato. Il responso della Consulta, arrivato nel giugno scorso, ha riconosciuto la legittimità, stabilendo che il dibattimento si poteva riaprire ribadendo che lo Stato è l’unico titolato a ottenere il ristoro dei danni. Oggi alla ripresa, un pool di avvocati difensori – Francesco Caput, Leonardo Filippi e Andrea Chelo – hanno formalizzato la richiesta di citazione come responsabili civili dei Comuni che hanno autorizzato gli allevatori a pascolare all’interno delle aree del poligono. Una richiesta che ha trovato la ferma opposizione delle parti civili. “Faccio presente che l’unico responsabile civile, che doveva essere anche imputato, è il ministero della Difesa – ha sottolineato l’avvocato Gianfranco Sollai, che rappresenta gli interessi di alcuni allevatori e famiglie danneggiate – in quanto datore di lavoro degli imputati. I Comuni in questa vicenda non hanno alcuna responsabilità né diretta né indiretta”. L’istanza dei difensori è stata rigettata dal Pm Biagio Mazzeo, secondo il quale la questione è “irrilevante e manifestamente infondata”. Il giudice si è riservato di decidere nella prossima udienza fissata per il 16 novembre. (ANSA).