Conindustria, non vi saranno nuovi investimenti nell’industria privata

Conindustria, non vi saranno nuovi investimenti nell’industria privata -----------------------------------------------------------------------------------------
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Conindustria, non vi saranno nuovi investimenti nell’industria privata
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CARACAS – Non ci saranno nuovi investimenti nell’industria privata, almeno fino alla fine dell’anno e nel corso del primo trimestere del 2017. L’atteggiamento degli industriali, oggi, é di prudente attesa. Lo conferma il sondaggio realizzato da Conindustria tra gli imprenditori che hanno assistito all’ormai consueto appuntamento “Perspectivas Económicas 2017”. I proprietari di aziende produttrici considerano che in Venezuela, oggi, non ci sono le condizioni oggettive per realizzare nuovi investimenti, né la sicurezza che questi possano permettere un ritorno in termini economici.

Il 52 per cento degli industriali consultati hanno dichiarato che non è nei loro progetti investire nell’ampliamento o ammodernamento della struttura produttiva. Sempre stando a quanto affermato dalla stragarnde maggioranza degli industriali che hanno assistito all’evento organizzato da Coninustria, le materie prime in magazzino saranno sufficienti solo per i prossimi 3 mesi. Ubnicamente il 9,1 per cento degli intervistati ha ammesso di averne per oltre sei mesi.

Per quel che riguarda la produzione, invece, la crisi colpisce un po’ tutti con violenza. Dal sondaggio di Conindustria, infatti, emerge che l’80 per cento degli industriali consultati ha ridotto il ritmo di produzione mentre solo il 17,4 per cento ha ammesso di averlo aumentato.

Ma quel che piú preoccupa gli industriali del paese è la crescita accelerata del costo della vita. La stragrande maggioranza, infatti, prevede un’inflazione del mille 215 per cento nel 2017 ed un tipo di cambio “Simadi”, per il prossimo anno, attorno ai 1.620 bolìvares per dollaro.

Non è migliore la percezione globale della crescita economica. Il Paese, stando agli industriali, continuerà in recessione e il Pil dovrebbe avere una crescita negativa tra il 4 e il 7 per cento. C’è anche chi segnala una recessione di oltre il 10 per cento.

L’85 per cento degli imprenditori considera che le industrie oggi amministrate dello Stato devono tornare ai privati. Solo il 3 per cento, sostiene il contrario.

Tra i provvedimenti considerati urgenti, oltre alle garanzie di sicurezza e disponibilità di materia prime, vi è la necessità di sfoltire il labirinto burocratico.

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