Le scelte di Trump alla lente mercati, attesa per la Fed

Le scelte di Trump alla lente mercati,attesa per la Fed
Le scelte di Trump alla lente mercati,attesa per la Fed
Le scelte di Trump alla lente mercati,attesa per la Fed

ROMA. – Le possibili scelte del presidente Usa eletto Donald Trump sulla sua squadra e in politica economica, influenzeranno ancora i mercati di questa settimana che vedrà anche, giovedì, prendere la parola davanti alla Commissione economica del Senato la presidente della Fed Usa Yellen.

Le decisioni Oltre Oceano influenzeranno così Piazza Affari che dovrà fare i conti con la diffusione dei dati preliminari sul Pil martedì e sulle vicende bancarie, Unicredit in primis, alle prese con la revisione del piano, la cessione di asset e un aumento di capitale imponente, forse a due cifre. Preoccupa anche l’impennata dello spread, tornato sopra 170 punti.

Tornando agli Stati Uniti, pur non in discussione formalmente, il ruolo e le mosse della banca centrale incamminata in un sentiero di rialzo dei tassi che dovrebbero iniziare a dicembre, sono decisive per il successo della politica economica del neo presidente. Se in campagna elettorale Trump ha attaccato la Fed, ora i toni del neo presidente si sono ‘ammorbiditi’ su molti fronti. Da più parti si sottolinea come una ‘guerra’ che mini l’indipendenza della banca centrale non piacerebbe agli investitori.

Fino al febbraio 2018, alla fine cioè del suo mandato, la Yellen dovrebbe quindi restare al suo posto. In questo lasso di tempo Trump potrebbe comunque ridisegnare il board dove ci sono attualmente già due posizioni vacanti. Dove il tycoon ha mano libera è invece nella scelta del segretario al Tesoro: in pole vari nomi fra cui Thomas Barrack Jr. (Colony Capital) e Steven Mnuchin (ex Goldman Sachs).

Nomi ben visti a Wall Street e che confermano come, al di là di qualche tono retorico, Trump non intenda varare misure anti business. Quasi certo anzi che vi sarà un ammorbidimento della stretta regolatoria su Wall Street e le banche portata avanti da Obama.

Bisognerà vedere se Trump porterà avanti le accuse fatte in campagna elettorale contro la Cina, accusata di manipolare il mercato dei cambi per tenere basso lo yuan e avvantaggiarsi nelle esportazioni minacciando una politica protezionista. Dichiarazioni mal digerite a Pechino che resta uno dei principali possessori del debito Usa e che contende sempre più agli Stati Uniti l’influenza sull’area del Pacifico.

In questo scenario globale, Piazza Affari che già ha avuto un 2016 difficile e negativo, sconta ancora l’incertezza sul settore bancario. Non risolta la questione Mps e quella delle 4 banche (la cui risoluzione avvenne quasi un anno fa, il 22 novembre), si guarda al nuovo piano Unicredit.

Martedì poi verrà diffuso il dato sul Pil che dovrebbe mostrare una dinamica positiva. Certo la crescita è rallentata. S&P prevede che l’Italia chiuda sotto l’1% quest’anno e il prossimo. Molto dipenderà appunto dalla ripartenza degli investimenti che sono ancora al palo e dall’andamento dei consumi.

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