Mattarella sceglie i suoi eroi, premia 40 italiani buoni

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del collegamento in videoconferenza per rivolgere gli auguri ai contingenti militari italiani impegnati nei teatri di operazioni internazionali, Roma, 18 Dicembre 2015. ANSA/ UFFICIO STAMPA/ QUIRINALE/ PAOLO GIANDOTTI
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del collegamento in videoconferenza per rivolgere gli auguri ai contingenti militari italiani impegnati nei teatri di operazioni internazionali, Roma, 18 Dicembre 2015. ANSA/ UFFICIO STAMPA/ QUIRINALE/ PAOLO GIANDOTTI
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del collegamento in videoconferenza per rivolgere gli auguri ai contingenti militari italiani impegnati nei teatri di operazioni internazionali, Roma, 18 Dicembre 2015. ANSA/ UFFICIO STAMPA/ QUIRINALE/ PAOLO GIANDOTTI

ROMA. – Nessuno di loro si sente un eroe. Ma i 40 italiani che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha premiato motu proprio con onorificenze al merito della Repubblica italiana lo sono, senza retorica. Uomini e donne che a mani nude combattono contro criminalità e malattia, lottano per legalità e integrazione. Che salvano, curano, consolano, ascoltano, soccorrono. E credono in una parola vetusta e desueta: “sacrificio”.

Cavalieri, ufficiali, commendatori: Mattarella ne ha premiato l’eroismo quotidiano con titoli solenni, come lo scorso anno aveva fatto con altri italiani coraggiosi e buoni. Sono storie meravigliose da ascoltare, volti bellissimi da guardare, esempi di ordinaria virtù difficili da ordinare in una gerarchia.

Giuseppe La Rosa, il rescue swimmer della Guardia Costiera siciliana che salva i migranti a nuoto; Maria Rosa Volpe, la poliziotta di Agrigento che a terra aspetta gli “orfani del mare” con tenerezza e un biberon caldo; Norina Ventre, “mamma Africa”, che a Rosarno nutre ogni giorno 200 immigrati braccianti nei campi. E Jean Pierre Yvan Sagnet, per la sua battaglia contro il caporalato.

C’è un premio per le appassionate indagini giornalistiche di Amalia De Simone e Michele Albanese contro camorra e criminalità, un compenso per l’infaticabile viaggiare nei paesi più poveri e arretrati del mondo del cardiochirurgo milanese Alessandro Frigiola, un riconoscimento per la clownterapia di Fiorella Tosoni e Nicola Tudisco, che regalano sorrisi in corsia nel dolce ricordo del loro Andrea, morto a 10 anni.

Premiata la resilienza di Francesco Maria De Ponte, primo laureato affetto da autismo, e di Leonardo Cenci, maratoneta con un cancro incurabile che ha corso a New York e a Roma. C’è il carabiniere Mario De Bellis, che ha salvato due bambini caduti in un pozzo, Sofia Corradi, l’inventrice del progetto Erasmus e Marco Sciammarella, direttore di un’orchestra diversamente abile.

L’Italia migliore: da Stefano D’Amico, medico eroe che si è tuffato nei Navigli per salvare la piccola di 7 mesi caduta in bici insieme alla sua mamma, a Emma Alatri, novantenne della comunità ebraica capitolina mai stanca di predicare contro l’odio razziale. E Francesco Morelli, diciottenne romano in vacanza con gli amici a Pescara del Tronto, che in una sera d’agosto si è ritrovato in un inferno di fumo calcinacci e scosse sismiche e ha salvato otto vite.

Mattarella li riceverà e li premierà in gennaio, al Quirinale. Sono i suoi eroi, quell’Italia che il Capo dello Stato ama portare sotto i riflettori, che trova logico indicare ad esempio. Tra le 40 nuove onorificenze al merito della Repubblica italiana (Omri) ci sono storie di dovere quotidiano e soccorso estremo, di forza morale e impegno per la legalità, coraggio imprenditoriale e amore per l’altro.

Storie una più bella dell’altra. Come quella di Marco Bartoletti, 54 anni, imprenditore a Firenze e da oggi Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, che assume disabili e malati terminali di cancro nelle sue 8 aziende di accessori per la moda, e con il lavoro restituisce a queste persone la dignità.

(Di Milena Di Mauro/ANSA)

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