Presidente della Caritas: facile cavalcare le paure, ma le barriere non reggono

Don Franco Montenegro e Papa Francesco
Don Franco Montenegro e Papa Francesco
Don Franco Montenegro e Papa Francesco

ROMA. – “Cavalcare la paura è più facile che cavalcare la solidarietà. La paura fa chiudere gli occhi e alzare i muri, pensando che in questa maniera ci si difenda. Ma basta sfogliare la storia: quale muro ha retto per tanto tempo? Li abbiamo tutti abbattuti per costruirne altri destinati ad essere abbattuti”.

Così il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas italiana, ha commentato, a margine dell’incontro a Roma “Per un’Europa no exit”, la dichiarazione del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump di voler costruire un muro tra Messico e Usa.

Proprio l’argomento che nel febbraio scorso aveva messo Trump in dura polemica col Papa, che di ritorno dal suo viaggio in Messico e dalla messa celebrata al confine con gli Usa aveva sentenziato che “chi vuole costruire muri non è cristiano”.

“Se fosse vero che i muri salverebbero certe situazioni allora mi chiedo: cosa significa oggi parlare di globalizzazione quando io la blocco con i muri?”, si è chiesto, citato dal Sir, il card. Montenegro, attivissimo proprio nel campo dei migranti e anche per questo nominato cardinale da Francesco, che accompagnò nel viaggio a Lampedusa:

“E’ facile lanciare dei grandi proclami ma bisogna vedere se nell’operatività di ogni giorno quei proclami possono andare avanti con realizzazioni di ostruzione. Globalizzare è aprire. Non riesco a coprire la contraddizione: ‘apro chiudendo'”.

A proposito dell’annuncio di Trump di voler cacciare almeno tre milioni di immigrati irregolari il porporato ha osservato: “Ma li metterà tutti in fila e li conterà uno per uno? Per le leggi fisiche se io sposto una realtà da una parte all’altra questa realtà deve sboccare altrove e il problema non lo risolvo ma lo tampono solamente. O si dovrà svuotare l’America di milioni di irregolari? Mi sembra strano come con tanta facilità si costruisca un muro di migliaia di chilometri, come un’altra muraglia cinese, ma questa meno artistica”.

Ciò che più preoccupa il presidente di Caritas italiana è comunque “il clima culturale che si crea”, anche in Europa e in Italia: “E’ facile gridare proclami ma ricordiamo che con i soldi che gli immigrati versano all’Inps paghiamo 640 mila pensioni. Quando si dice ‘cacciamoli’ io dico ‘va bene, però cacciamo anche le badanti, le suore straniere che tengono i nostri anziani, i preti africani nelle parrocchie’. Mandiamo tutti via e vediamo come tornano i conti. Non posso dire caccio uno e lascio l’altro perché mi è utile”.

“L’Europa sta rischiando – ha concluso -. L’immigrazione ci ha obbligato a guardarci in faccia e ci ha messo con le spalle al muro. Dovremo fare delle scelte sulle quali si leggerà quale il futuro come società e come Chiesa”.

Lascia un commento