Giuliani, da sceriffo New York a sindaco d’America

Giuliani, da sceriffo New York a sindaco d'America
Giuliani, da sceriffo New York a sindaco d'America
Giuliani, da sceriffo New York a sindaco d’America

NEW YORK. – “Sceriffo” di New York, sindaco d’America, lobbista, candidato alla Casa Bianca pesantemente trombato. Le mille vite di Rudy Giuliani hanno visto finora un solo vero momento di gloria agli sgoccioli del suo mandato da primo cittadino della Grande Mela quando, riemerso dal bunker vicino a City Hall, aveva esortato l’11 Settembre New York e gli Usa a non mollare.

Secondo i suoi avversari su quel momento buio della storia americana Giuliani ha costruito la sua fama di “uomo forte” contro ogni terrorismo: reputazione – sostengono – poco fondata sui fatti (prima degli attacchi non sapeva bene chi fosse Osama bin Laden) ma che, grazie alla lealtà dimostrata negli ultimi mesi, potrebbe portarlo a ereditare il posto di Hillary Clinton e John Kerry alla guida della diplomazia americana.

Nel settembre 2001 la leadership che Giuliani offrì a New York trasformò in note a pie’ pagina i tempestosi sette anni e mezzo del suo mandato “law and order”, con indubbi risultati dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma liti senza fine con i rivali politici, scontri con la comunità di colore, i musei, i diplomatici dell’Onu, i venditori ambulanti.

Nato democratico (addirittura pro-George McGovern) e diventato repubblicano solo nel 1980 con Ronald Reagan, Giuliani ha passato gli ultimi sedici anni a corteggiare la grande politica arricchendosi tra conferenze da 100mila dollari a botta e i profitti di due studi di consulenza che, disse una volta, lo avevano portato a vedere il mondo in oltre 100 viaggi in 35 paesi.

Al di là di questo, l’esposizione alla politica estera del possibile nuovo Segretario di Stato è stata limitata: nel 2006 fu chiamato a far parte dell’Iraqi Study Group, una commissione bipartisan per studiare le prospettive dell’occupazione, ma venne messo alla porta – si dice – per assenteismo.

In quegli anni Rudy meditava il ritorno alla grande sulla scena politica: nel 2008 un tentativo di corsa alla Casa Bianca si arenò dopo le primarie del New Hampshire con un buco da 3,6 milioni di dollari nelle casse della campagna, e soprattutto con un catastrofico esordio tardivo sul campo in Florida, quando le primarie repubblicane erano già entrate nel vivo da settimane.

Oggi, a 72 anni, è la sua ultima chance. Sei mogli in due e vite parallele all’ombra dei grattacieli, Trump e Giuliani sono del resto anime gemelle. Celebre, da quando è stato ripescato dal comico Stephen Colbert, il video “burlesque” in cui l’ex sindaco vestito da donna incontra Trump e il tycoon allunga le mani: “Oh, sporcaccione”, dice Rudy in falsetto e il tycoon ammicca alla macchina da presa: “Non puoi dire che non ci ho provato”.

(di Alessandra Baldini/ANSA)