Conindustra parla di crisi, Fedeindustria di fiducia

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CARACAS – Due punti di vista diametralmente opposti. Qualche giorno fa, dal consueto sondaggio realizzato da Conindustria, nell’ambito di “Perspectivas Económicas 2017”, emergeva che oltre il 70 per cento degli industriali presenti all’evento, e non erano pochi, avevano ridotto il loro livello di produzione nei primi sei mesi dell’anno. In effetti, Conindustria, nel rendere noto i risultati della “Segunda Encuensta de Coyuntura” segnalava che l’industria venezuelana occupa attualmente solo il 35 per cento della propria capacità di produzione. Una realtà, stando al presidente di Conindustria, Juan Pablo Olalquiaga, che non ha precedenti.

Il panorama preoccupante di Conindustria contrasta con l’ottimismo manifestato da Fedeindustria. L’organismo dei piccoli industriali e artigiani sostiene, infatti, che la loro partecipazione nel “Consejo Nacional de Economía Productuiva” è stata molto positiva e contribuirà a ridare fiducia all’economia.

E’ proprio la fiducia, invece, la grande assente nel Paese, stando ai sondaggi realizzati da Conindustria nell’ambito di “Perspectivas Económicas 2017”. I proprietari di aziende produttrici, infatti, considerano che in Venezuela, oggi, non esistono le condizioni per realizzare nuovi investimenti, né la sicurezza che questi possano permettere un ritorno in termini economici.

– In Fedeisdustria – ha affermato invece il presidente dell’organismo imprenditoriale, Orlando Camacho – scommettiamo nel dialogo economico e nelle soluzioni per migliorare il potere d’acquisto e l’accesso dei venezuelani ai beni di consumo.

E ha ricalcato che si è rafforzata la fiducia tra governo, settore pubblico e industriali senza rendere note cifre. Nel comparare, invece, le statistiche della Banca Centrale del Venezuela e quelle dell’”Instituto de Estadísticas” emerge una inquietante realtà. Dal 1998 al 2007 avevano chiuso 3mila 636 industrie. Ben 9 di ogni 10 industria che hanno smesso di produrre occupavano tra i 5 e i 20 operai. Si è registrato, quindi, una perdita di 104 mila 468 posti di lavoro. La congiuntura economica, dal 2007 ad oggi, lungi dal migliorare é precipitata con gravi riflessi sull’apparato produttivo.