Assad apre a Trump. Bombe su ospedale pediatrico ad Aleppo

Bombe su ospedale bimbi ad Aleppo
Bombe su ospedale bimbi ad Aleppo
Bombe su ospedale bimbi ad Aleppo

BEIRUT. – Nel giorno in cui si ricorda in Siria il 46/mo anniversario dell’avvento al potere del clan degli Assad, il raìs Bashar al Assad ha timidamente aperto al neo eletto presidente americano Donald Trump affermando che “se manterrà la promessa di combattere il terrorismo” dell’Isis potrebbe diventare “un alleato naturale” al fianco dei russi e degli iraniani, principali sponsor del governo di Damasco.

Ma dal terreno giungono notizie dell’uccisione di decine di civili tra Aleppo e Idlib, le due regioni da ieri investite dalla furia della nuova offensiva aerea russo-governativa siriana. La Bbc riporta l’uccisione di almeno 21 persone nel bombardamento aereo di un ospedale pediatrico e di un centro di trasfusioni ad Aleppo est. Secondo il direttore dell’ospedale Bayan, citato dall’emittente britannica, nei raid sono state colpite anche delle ambulanze e tra le 21 vittime ci sono anche 5 bambini.

L’agenzia siriana Sana, controllata da Damasco, non fa menzione di raid aerei e afferma invece che decine di civili sono stati feriti da colpi di arma da fuoco esplosi da “terroristi” ad Aleppo est, fuori dal controllo del governo, mentre protestavano per la presenza di miliziani anti-regime nei quartieri assediati della città.

Prima della diffusione della notizia del raid sull’ospedale pediatrico, l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) riferiva dell’uccisione di oltre 30 civili nei bombardamenti degli ultimi due giorni sui quartieri orientali della città assediati dalle forze governative e dove rimangono, secondo l’Onu, almeno 275mila civili.

E fonti sul terreno, assieme all’Ondus, parlano di altri 20 civili morti in raid aerei russi su Batatbo, località tra Idlib e Aleppo, in una zona fuori dal controllo governativo. Ieri sera intanto il contestato presidente Bashar al Assad aveva commentato le dichiarazioni emerse dalla telefonata di due giorni fa tra il presidente russo Putin e il neo eletto presidente Usa Donald Trump.

Secondo una nota del Cremlino, i due leader si sono trovati d’accordo sulla necessità in Siria di dare priorità alla “guerra al terrorismo” dell’Isis. “Non possiamo sapere quello che Trump intende fare”, ha avvertito Assad esprimendo non solo cautela ma anche scetticismo nei confronti della politica mediorientale degli Stati Uniti.

“Ci si chiede – ha detto Assad – se Trump rispetterà davvero le promesse fatte in campagna elettorale. Se combatterà contro i terroristi, saremo un alleato naturale insieme con i russi, gli iraniani e diversi altri paesi”, ha detto Assad. Sul fronte diplomatico, il segretario di Stato americano uscente John Kerry incontrerà il collega russo Serghiei Lavrov a Lima, a margine del summit dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (Apec).

I due alti rappresentanti di Russia e Usa parleranno di Siria ma non ci si attende nessuna svolta. Prova a esprimere speranza invece monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, di recente nominato cardinale da Papa Francesco. Intervistato da Radio Vaticana anche sull’effetto Trump nel conflitto siriano, Zenari a detto che “è difficile prevedere. C’è sempre il solito detto: ‘Wait and see’. Speriamo… Ho visto questo conflitto che nel giro di questi quasi sei anni purtroppo è andato evolvendosi in una maniera sempre peggiore, imprevista. Però, si può sempre incominciare una strada, rifare il cammino”, ha auspicato il nunzio apostolico in Siria.

(di Lorenzo Trombetta/ANSAmed)