Bankitalia, a ridosso del voto forte volatilità dei mercati

Bankitalia, a ridosso voto forte volatilità mercati
Bankitalia, a ridosso voto forte volatilità mercati

ROMA. – La Banca d’Italia sottolinea quello che sui mercati si sta ripetendo da diverse settimane: il Referendum costituzionale sta portando e porterà un “forte aumento della volatilità” sui mercati con un picco prevedibile “a ridosso della prima settimana di dicembre”, in “concomitanza” con il voto”. Turbolenze che portano anche “rischi di attuazione” per il piano Mps.

Nel rapporto sulla stabilità finanziaria, Via Nazionale non si schiera, né esprime ovviamente giudizi o scenari (né tantomeno ammonimenti sulle conseguenze di un prevalere del Si o del No) ma inserisce il voto del 4 dicembre in una serie di appuntamenti elettorali dei paesi occidentali da qui alla fine del 2017 (aprile in Francia e a settembre in Germania ad esempio) fra i fattori di incertezza.

Dalla Banca d’Italia infatti ci si limita a riflettere quella che è l’opinione dei mercati e segnalare i rischi alla stabilità, che potrebbero diminuire in caso di una crescita più sostenuta. Le turbolenze dei mercati, iniziate con la Brexit e poi proseguite con il voto negli Usa, hanno così mandato sull’ottovolante l’indice di volatilità del mercato italiano con un picco proprio nella seconda metà del 2016.

Le elezioni americane hanno fatto salire i rendimenti dei titoli privati e fatto crescere lo spread. La Borsa di Milano ne ha risentito e ne risente di più principalmente per “la debolezza del settore bancario”. Il settore del credito, infatti è in una pesante ristrutturazione sia di singole banche (Mps, Unicredit e le venete) che di sistema (taglio filiali, esuberi e introduzione di nuove tecnologie) che, assieme alle rettifiche, tagliano la redditività.

Un calo che si riflette nei corsi azionari e quindi su Piazza Affari. E oggi anche Mediobanca in un report sottolinea come “la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane abbia “enfatizzato ancora di più la percezione del rischio Italia” e mezzo della “complessa ricapitalizzazione” di Mps in rampa di lancio, a cui seguirà quella di Unicredit, si terrà il referendum costituzionale “che deciderà il destino politico del premier Renzi”.

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