Papa: i preti potranno assolvere per sempre il peccato di aborto

This HO picture provided by Vatican newspaper L'Osservatore Romano show Pope Francis closes the Holy Door at Saint Peter's Basilica to mark the end of the Jubilee of Mercy at the Vatican, 20 November 2016. ANSA/OSSERVATORE ROMANO -------------------------------------------------------------------------------------------
This HO picture provided by Vatican newspaper L'Osservatore Romano show Pope Francis closes the Holy Door at Saint Peter's Basilica to mark the end of the Jubilee of Mercy at the Vatican, 20 November 2016.  ANSA/OSSERVATORE ROMANO  -------------------------------------------------------------------------------------------
This HO picture provided by Vatican newspaper L’Osservatore Romano show Pope Francis closes the Holy Door at Saint Peter’s Basilica to mark the end of the Jubilee of Mercy at the Vatican, 20 November 2016.
ANSA/OSSERVATORE ROMANO
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CITTA’ DEL VATICANO. – Nasce la Giornata mondiale dei poveri, per ricordare alla Chiesa che “non c’è giustizia né pace” se “Lazzaro è alla porta”. Viene estesa a tutti i preti del mondo la facoltà di assolvere quanti hanno “procurato aborto”. Resta “fino a nuove disposizioni” la facoltà di concedere l’assoluzione ai lefebvriani. Si rafforza la giornata dedicata alle confessioni.

Queste le disposizioni più rimarchevoli della “Misericordia et misera”, la lettera che papa Francesco ha pubblicato alla conclusione del giubileo. Il documento – 35 pagine nella edizione tipica – esorta anche a inventare nuove forme di opere di misericordia adatte ai nostri tempi, applicando la “fantasia della misericordia” particolarmente alle persone private di dignità, e ai bambini maltrattati e schiavi.

Una parte significativa del testo è volta a radicare il “discernimento” nella formazione dei sacerdoti e nella loro pratica pastorale, e a ricordare a preti e confessori che nessuna “legge” può negare perdono al peccatore cui Dio conceda la grazia del pentimento.

Oltre alle decisioni, la Lettera contiene indicazioni importanti, come per esempio quella di riflettere sulla possibilità di istituire nelle diocesi una giornata della Bibbia, e di sviluppare la “lectio divina”.

Le decisioni e le indicazioni, – insieme con una parte teologica innestata sul brano del vangelo di Giovanni che narra l’incontro tra Gesù e una donna adultera – fanno del documento post-giubilare un passo importante della volontà del papa latinoamericano di rinnovare nel profondo la Chiesa e riorientarla verso poveri e periferie. E non solo per giustizia sociale, ma perché è il volto di Gesù povero e quello su cui si deve fondare la comunità cristiana.

Tracciando il cammino post-giubilare, inoltre, confermano la impostazione pastorale rispetto a vari temi, non ultimo la “Amoris laetitia”, in particolare nella richiesta che sacerdoti e tutta la comunità cristiana abbiano cura di non escludere le famiglie ferite.

Sicché anche senza alcun richiamo esplicito, il documento risponde in modo indiretto a molte delle critiche che il Pontefice sta ricevendo negli ultimi tempi. “Sorprende che proprio nella Chiesa – afferma a questo proposito il direttore dell’Osservatore romano, Giovanni Maria Vian, nell’editoriale sul giubileo – non tutti capiscano il significato pastorale e missionario delle sue scelte e del suo impegno, significato ribadito con semplicità nelle sue recentissime interviste sui media cattolici italiani”.

“Misericordia et misera”, – che è stata presentata alla stampa da mons. Rino Fisichella, presidente del consiglio per la nuova evangelizzazione, cui era demandato il coordinamento dell’anno santo – rappresenta un punto di sintesi del giubileo ma per papa Francesco è chiaramente anche un punto di partenza. E’ un testo di slancio, dal quale traspare la valutazione positiva sul giubileo “diffuso”, che il Papa ha espresso nella intervista a Tv2000, valutazione che non si basa certo sui numeri:

“Se altri hanno pensato che il Giubileo fosse in prima istanza una fonte di guadagno, soprattutto in un momento di crisi come il presente, – ha affermato Fisichella alludendo a chi parla del giubileo come di un ‘flop’ – hanno equivocato il suo significato più profondo. Ne sono dispiaciuto, ma ogni cosa ha una sua ragion d’essere; comunque, pensare di compromettere un evento come il Giubileo per una strumentalizzazione con fini differenti non merita replica”.

I numeri indicano del resto che il giubileo ha coinvolto tra i 900 e i 950 milioni di persone in ogni angolo della terra, compresi i 21.292.926 pellegrini che hanno partecipato agli eventi giubilari svoltisi a Roma, tra questi, il gruppo più numeroso era quello dall’Italia, seguito da quello di lingua tedesca, dagli Usa, Polonia, Spagna, fino a Russia, Cina, Giappone, Corea del Sud, Venezuela, Ciad, Ruanda, Angola, Isole Cook, Nepal, e via dicendo.

Il giubileo poi ha viaggiato anche su internet, e il sito ufficiale in sette lingue ha registrato 6.523.000 visualizzazioni. E sbaglia chi ritiene che per il Papa istituire una Giornata mondiale dei poveri equivalga a creare una commissione inutile, come talora accade nella politica.

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