Renzi, se perdo mi tiro fuori. Grillo, “killer”

ROMA. – “Siamo oltre la dittatura. Abbiamo di fronte dei serial killer di futuro”. A 13 giorni dal referendum è Beppe Grillo ad accendere la miccia di una campagna elettorale già arroventata. Lo fa, accusa Matteo Renzi, per provare a uscire “dall’angolo” dello scandalo sulle firme false di Palermo e della “affittopoli” del Senato. E per nascondere che “M5s è più conservatore della vecchia Casta”, attacca il premier. “Se va male – ribadisce – non sarò della partita”, che sarà fatta di “inciuci e veti incrociati”.

Ma, mentre emerge sempre più forte l’attenzione internazionale per il voto italiano, l’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che voterà Sì, richiama tutti: “E’ diventata una sfida aberrante. Non si vota né per né contro il governo”. E comunque vada, “dovremo stare attenti allo spread”.

“E’ una sfida difficile ma alla nostra portata, non molliamo. Se stiamo al merito vinciamo nettamente”, suona la carica del Sì Renzi, in una giornata trascorsa a Palazzo Chigi, in un dialogo continuo via Twitter e Facebook con i cittadini. Financial Times e Wall Street Journal, in due analisi sostengono che un No farebbe tremare i mercati, farà rialzare lo spread e, sostiene Ft, metterebbe in dubbio la permanenza dell’Italia nell’euro.

Un’ipotesi, quest’ultima, negata però tanto dall’anti-euro Luigi Di Maio, ma anche dai ministri Dario Franceschini, Graziano Delrio e Giuliano Poletti. “Il giorno dopo sorgerà il sole”, dice Paolo Gentiloni citando Obama. “Non difendiamo la riforma con la paura”, spiega il capogruppo Pd Ettore Rosato. E Renzi di mercati non parla (“Non siamo noi a drammatizzare”) ma osserva che il Sì porta “competitività” e rende il Paese più “forte e solido” in Europa.

Il No porta “instabilità” politica e il “pasticcio” di una “disastrosa coalizione” che “non la pensa allo stesso modo quasi su niente” e di una Casta che si aggrappa “con le unghie agli specchi” per tenere “poltrone e privilegi”. “Il riflesso politico ci sarà chiunque vinca”, sintetizza Renzi. Ma se vince il No arriva, afferma Renzi, un “governicchio” tecnico guidato da uno come Mario Monti che vuole “alzare le tasse”. O “l’inciucio” della “accozzaglia”.

Non è vero, ribatte il 5 Stelle Di Maio: “Se vince il No chiederemo subito il voto”. “Niente governi di scopo”, concorda il leghista Matteo Salvini. E Grillo lancia l’affondo: “vigilate sul voto”, chi non va alle urne “è egoista”, attacca in un video pubblicato sul blog.

“Siamo oltre la dittatura, perché se ci fosse un Pinochet che si fa riconoscere, uno si organizza, va in clandestinità. Invece stanno svendendo il futuro dei nostri figli”. Come? “Con una clausola di supremazia con cui il governo avoca a sé tutti i contratti e li fa con le multinazionali”. Il Sì, spinge oltre Antonio Ingroia, farebbe felici “le mafie”.

Solo “balle”, si indigna Renzi. E su Facebook prova a smontarle una ad una: non c’è “dittatura” e nessun potere in più “all’Europa”, inoltre i senatori saranno “eletti” dai cittadini e saranno tagliati i costi della “Casta”, mentre si creano le condizioni per una sanità e per politiche attive del lavoro “uguali per tutti gli italiani”.

Se Grillo urla “non cascateci” perché lo fa, afferma, da “professionista” qual è, solo per nascondere la “difficoltà” per la vicenda delle firme false M5s di Palermo e dei rimborsi con cui i 5 Stelle al Senato pagano “gli affitti e pure le utenze allo staff di comunicazione”.

Proprio per cancellare quegli “sprechi” molti elettori M5s e Lega voteranno Sì, assicura il premier, che mira ai voti di centrodestra e grillini per ribaltare i sondaggi e vincere.

Sabato sia Grillo che Renzi saranno a Roma, nel pomeriggio. Il leader M5s prenderà parte a un corteo da San Paolo alla Bocca della verità. Il leader Dem, che nei prossimi giorni sarà in Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto, parlerà poco lontano, alla Nuvola di Fuksas. Renzi rilancia la sfida a un confronto tv con Silvio Berlusconi e Grillo (“o Davide Casaleggio”).

Ma replica Di Maio che si offre di sostenere un confronto a due lunedì a Firenze. Mentre Roberto Fico, 5 Stelle che guida la Vigilanza Rai, denuncia: “Il governo è in campo”, la sua presenza in tv va “limitata”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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