Illegalità nel commercio costa ogni anno 26,5 miliardi

ANSA / ALESSANDRO DI MEO
Code e molta gente in strada nel centro di Roma  ANSA / ALESSANDRO DI MEO
Code e molta gente in strada nel centro di Roma
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ROMA. – La criminalità come voce in perdita nei bilanci dei commercianti: ogni anno vanno in fumo 26,5 miliardi, tra mancati introiti e spese. Pesano abusivismo, contraffazione, taccheggio e anche i costi per difendersi con mezzi privati. E’ la Confcommercio a fare i conti nella giornata ‘Legalità. Mi piace!’.

Se, come ha sottolineato l’Istat, la criminalità è in cima alle preoccupazioni degli italiani, è sicuramente un peso per i negozianti: uno su quattro percepisce – secondo l’indagine dell’associazione di categoria – un peggioramento nei livelli di sicurezza per la propria attività rispetto all’anno scorso, soprattutto al Nord Est.

Anche se il numero dei reati che destano allarme sociale tra gli imprenditori del terziario, come rapine, usura, estorsioni sono pressoché stabili negli anni. Il dato che più inquieta, tra quelli dell’indagine condotta su 900 imprenditori, è quella dell’esperienza diretta col racket.

Nel 2016 un imprenditore su dieci ha dichiarato di aver avuto minacce o intimidazioni con finalità di estorsione, uno su sette di conoscere altre imprese che sono state oggetto di minacce. Si tratta soprattutto di pressioni psicologiche (nel 77% dei casi). Alla fine il 61% degli imprenditori minacciati ha ceduto alla richiesta estorsiva, un dato che al Sud sale al 79%. Il 31% degli imprenditori colpiti lavora nelle grandi città al Centro-Sud e i più bersagliati sono gli alimentari (14%) e i pubblici esercizi (12%).

“I costi di contraffazione, abusivismo, estorsioni, furti fanno perdere 180mila posti di lavoro”, ha sottolineato il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, che chiede al governo “controlli e pene certe” e agli imprenditori di denunciare: “si deve, si può e conviene”.

Lo sprone a dare pieno appoggio a chi alza la testa arriva dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che in un messaggio ha sottolineato come “il rifiuto di soggiacere ad arroganze e soprusi è motivo di speranza per una società che non si rassegni a essere schiava dell’illegalità. I protagonisti di questa lotta vanno sostenuti con determinazione”.

Di fronte ai timori espressi dai commercianti, il ministro Alfano rivendica che su scala nazionale c’è stato un calo dei reati in generale del 7% nel 2016, e che anche i reati predatori, furti e rapine, sono calati anche se non a questo livello: “questo non è avvenuto casualmente ma perché abbiamo fatto importati investimenti e la sicurezza è una priorità del governo”.

“Non ci accontentiamo – ha detto poi il ministro – e stiamo lavorando su un progetto di sicurezza urbana che renda anche protagonisti i sindaci”.

(di Melania Di Giacomo/ANSA)

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