Papa: Decisioni di pochi? Più povertà e meno pace

Pope Francis waves as he is driven through the crowd during his general audience, in St. Peter's Square, at the Vatican, Wednesday, March 27, 2013. (AP Photo/Andrew Medichini)
Pope Francis waves as he is driven through the crowd during his general audience, in St. Peter's Square, at the Vatican, Wednesday, March 27, 2013. (AP Photo/Andrew Medichini)
Pope Francis waves as he is driven through the crowd during his general audience, in St. Peter’s Square, at the Vatican, Wednesday, March 27, 2013. (AP Photo/Andrew Medichini)

CITTA’ DEL VATICANO. – Prima, nella messa a Casa Santa Marta, un nuovo, durissimo atto d’accusa contro la corruzione, definita “una forma di bestemmia”. Poi, nel videomessaggio per il Festival della Dottrina Sociale di Verona, un richiamo diretto alla politica, che quando fa scelte “in forza del potere e non della condivisione popolare” mette a rischio “l’armonia sociale”, provocando più povertà e mettendo a repentaglio la pace.

I temi della convivenza civile sono stati al centro della giornata di papa Francesco, che tra l’altro, incontrando alla Casina Pio IV i partecipanti al seminario su “Narcotici: problemi e soluzioni di questa piaga mondiale”, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze sociali, ha lanciato l’allarme sui compromessi con le mafie nei Paesi in cui prosperano la produzione, il traffico e il consumo di droga.

In particolare, nel video messaggio inviato in occasione del sesto Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, in programma a Verona fino a domenica sul tema “In mezzo alla gente”, Bergoglio sottolinea che “quando il popolo è separato da chi comanda, quando si fanno scelte in forza del potere e non della condivisione popolare, quando chi comanda è più importante del popolo e le decisioni sono prese da pochi, o sono anonime, o sono dettate sempre da emergenze vere o presunte, allora l’armonia sociale è messa in pericolo con gravi conseguenze per la gente: aumenta la povertà, è messa a repentaglio la pace, comandano i soldi e la gente sta male”.

Per lui, “Stare in mezzo alla gente significa anche avvertire che ognuno di noi è parte di un popolo”, e “quindi fa bene non solo alla vita dei singoli ma è un bene per tutti”. Il tema del Festival tocca una delle note centrali del pontificato di Francesco. “Esso esprime una grande verità: noi siamo fatti per stare con gli altri – lo ricordavo all’indomani della mia elezione a vescovo di Roma”.

Per il Papa, “è l’isolamento che fa male non la condivisione. L’isolamento sviluppa paura e diffidenza e impedisce di godere della fraternità”. Quindi il suo richiamo a non chiudere le porte di fronte al diverso, allo straniero: “Bisogna proprio dirci che si corrono più rischi quando ci isoliamo di quando ci apriamo all’altro: la possibilità di farci male non sta nell’incontro ma nella chiusura e nel rifiuto”.

“La stessa cosa – aggiunge – vale quando ci facciamo carico di qualcun altro: penso a un ammalato, a un vecchio, a un immigrato, a un povero, a un disoccupato. Quando ci prendiamo cura dell’altro ci complichiamo meno la vita di quando siamo concentrati solo su noi stessi”.

Per il Papa, infine, “stare in mezzo alla gente evidenzia la pluralità di colori, culture, razze e religioni”. La gente “fa toccare con mano la ricchezza e la bellezza della diversità”, e “solo con una grande violenza si potrebbe ridurre la varietà a uniformità, la pluralità di pensieri e di azioni ad un unico modo di fare e di pensare”.

E “per risolvere i problemi della gente bisogna partire dal basso, sporcarci la mani, avere coraggio, ascoltare gli ultimi”. Forti, e di grande significato morale, le parole usate da Francesco anche nell’omelia a Santa Marta. “La corruzione è il modo di vivere nella bestemmia, la corruzione è una forma di bestemmia”, ha denunciato, “il linguaggio di questa Babilonia, di questa mondanità, è bestemmia, non c’è Dio: c’è il dio denaro, il dio benessere, il dio sfruttamento”.

Questa mondanità che seduce i grandi della terra per il Papa comunque finirà nella polvere: “questa civiltà cadrà e il grido dell’angelo è un grido di vittoria: ‘E’ caduta’, è caduta questa che ingannava con le sue seduzioni. E l’impero della vanità, dell’orgoglio, cadrà, come è caduto Satana, cadrà”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

Lascia un commento