Protesta contro il Governo, denunciati due hacker Anonymous

Persone con la maschera di Anonymous ad una manifestazione.
Persone con la maschera di Anonymous ad una manifestazione.

anonymous

ROMA. – Volevano interferire con la consultazione referendaria del 4 dicembre attraverso il lancio, nello scorso ottobre, della campagna di cyber-protesta denominata #OPS_ItalyBeDemocratic. Due hacker – gravitanti da anni nell’area dell’hacktivismo italiano – sono stati denunciati in stato di libertà per i reati di accesso abusivo e danneggiamento a sistemi informatici, al termine di un’operazione condotta dalla polizia di Stato.

Si tratta di un 43enne residente a Brescia, titolare di una ditta nel settore del commercio all’ingrosso di materiale informatico e un 41enne residente nella provincia di Bari, quest’ultimo conosciuto come “candyman.sh”, esperti nel settore informatico e con precedenti di polizia, appartengono entrambi alla crew hacker “Candyshophkteam” aderente al noto movimento hacktivista Anonymous.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Eugenio Albamont, della Procura di Roma, è stata condotta dagli investigatori del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (C.N.A.I.P.I.C.) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Gli autori annunciavano un’operazione informatica dimostrativa di livello internazionale per dimostrare quanto siano vulnerabili le infrastrutture del Governo. A margine del comunicato, con il quale veniva fatto invito ad unirsi all’attacco hacker, erano riportati, con dovizia di particolari anche tecnici, i risultati di un’attività di scansione (information gathering), eseguita verso tutti i domini istituzionali riferiti a governo.it e palazzochigi.it.

La crew “candyshophkteam” si era già resa responsabile in passato di attività di hacking anche verso diversi siti non istituzionali. I due denunciati sono risultati essere i gestori dei profili social del gruppo nel contesto dei quali, tra l’altro, sono stati pubblicati tutorial sull’utilizzo di programmi utili all’acquisizione di informazioni tecniche, necessarie per la commissione di intrusioni ed attacchi informatici.

Gli investigatori del C.N.A.I.P.I.C., al temine di analisi tecniche e riscontri, hanno atteso la conclusione delle ultime verifiche per concludere l’attività investigativa con la perquisizione svolta oggi, che ha portato al sequestro di copioso materiale e soprattutto alle ammissioni di responsabilità da parte dei due indagati a conferma delle ipotesi formulate sull’avvio di una serie di azioni dimostrative dirette verso siti di area governativa e politici in generale.