Renzi minimizza il Sì di Schauble. Fronte del No, col governo i poteri forti

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante l'incontro ''Le ragioni del Sì'' presso il Lingotto, Torino, 27 novembre 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante l'incontro ''Le ragioni del Sì'' presso il Lingotto, Torino, 27 novembre 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante l’incontro ”Le ragioni del Sì” presso il Lingotto, Torino, 27 novembre 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Il falco del rigore, il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, si augura il successo di Matteo Renzi al referendum, spingendosi a dire che se fosse in Italia voterebbe per il successo del sì. Il premier, pronto a rilanciare la battaglia in Ue in caso di vittoria fino alla minaccia del veto sul bilancio, si scrolla di dosso sostegni che dal fronte del No vengono subito bollati come quelli dei “poteri forti”: “I voti che contano sono quelli degli italiani”, taglia corto il leader Pd, lanciato in una battaglia finale perchè “la riforma è di tutti se vince il 50% più uno”.

A quattro giorni dalle urne, Palazzo Chigi smentisce ricostruzioni e “illazioni” sulle mosse del premier prima e dopo il referendum. “Vedo che tutti si stanno specializzando su grandi domande, io invito a stare sul quesito”, sostiene Renzi aggiungendo che in caso di difficoltà politiche, se vincesse il No, la Costituzione prevede “un ruolo di leadeship” del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il premier invita a concentrarsi sulla riforma e “non su questioni esterne, spread e dintorni”. Un consiglio, anche ai suoi, a non fare “campagna sugli effetti psicologici del voto negativo” che non trattiene però il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dal non legare il referendum al “futuro della stabilità e delle riforme”.

E anche il ministro dell’Economia Padoan si dice “preoccupato, in caso di esito negativo del referendum, che si interrompano le riforme”.

Sul fronte dei mercati, la Bce sarebbe già pronta a un intervento temporaneo sui titoli di Stato italiani nel caso in cui l’esito del 4 dicembre dovesse provocare un’impennata dei rendimenti.

E sul fronte interno, avendo già chiarito la contrarietà a governi tecnici, Renzi preferisce concentrarsi sui risparmi e sugli effetti anti-Casta della riforma proprio per convincere quel 20 per cento che Maria Elena Boschi quantifica come la percentuale di indecisi da convincere.

Per questo, se è vero che i toni contro le politiche Ue sono molto popolari, la scelta del ministro delle finanze tedesco, paladino dei vincoli di bilancio, di sostenere pubblicamente Renzi non viene preso con grande slancio tra i sostenitori del Sì.

Ed infatti M5S ed il fronte del No usano a proprio vantaggio la scelta tedesca. “Schaeuble – sostiene Beppe Grillo sul blog – è il simbolo di un passato nel quale le democrazie erano schiacciate da poteri e interessi di varia natura, il 4 dicembre gli italiani avranno la grande occasione per ribellarsi a questa miope tecnocrazia”.

Attacchi che il premier dice di non temere, definendosi “ottimista” sull’esito della sfida. Fiducioso, sul fronte opposto, si dice anche Silvio Berlusconi che teme con l’Italicum “una deriva pericolosa”.

Una delle tante bufale per Renzi che, nella diretta social, presenta sia il kit di tutte le bugie contro la riforma sia il facsimile della scheda elettorale per il futuro Senato in attesa che, se passasse la riforma, si faccia la legge per la scelta dei senatori.

(di Cristina Ferulli/ANSA)

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