Referendum 2016, i chiarimenti dell’Ambasciatore Mignano

L'ambasciatore Silvio Mignano

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Il nostro Ambasciatore, Silvio Mignano, risponde alla lettera affidata al nostro Giornale dal connazionale Giuseppe Finazzo che si era rammaricato per l’atteggiamento ​”​poco comprensivo e privo di sensibilità​”​ di un funzionario del nostro Consolato

Ancora una volta il nostro Ambasciatore, Silvio Mignano, ha dimostrato una particolare sensibilità verso la nostra Collettività prendendo carta e penna e rispondendo​ ​​personalmente alla lettera del nostro Connazionale; una risposta articolata che ​​offre esaustivi chiarimenti in merito alle richieste ​del signor Giuseppe Finazzo.

Gentile Direttore

ho letto la lettera inviata al Suo giornale dal Signor Giuseppe Finazzo e debbo dirLe con estrema sincerità che non sono riuscito a individuare le ragioni della protesta contenuta nella medesima.

Accade talora che le schede elettorali arrivino ad alcuni connazionali e non ad altri, per le ragioni più svariate, che possono essere indipendenti dalla nostra volontà ed essere piuttosto legate alla situazione locale. Per questa ragione è attivo, a Caracas come nel resto del mondo, un sistema di fornitura di duplicati molto efficiente, che il nostro Consolato Generale ha gestito in questi giorni con estrema serietà, garantendolo anche nel fine settimana, e che si è messo in moto anche nel caso del Signor Finazzo.

Le procedure all’ingresso sono quelle consuete previste in ogni sede diplomatico-consolare, italiana o non, e in moltissimi uffici pubblici in Venezuela e nella maggior parte degli altri paesi. Io personalmente vengo invitato a seguirla quando mi reco nelle rappresentanze diplomatiche dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e in molte altre sedi: in quelle occasioni svuoto le mie tasche, deposito gli oggetti negli appositi contenitori e compio in sostanza le altre procedure descritte dal Signor Finazzo, senza per questo motivo sentirmi leso nella mia dignità, ma anzi, consapevole di dare il mio contribuito alla sicurezza di tutti.

Quanto al resto delle osservazioni del connazionale, la consegna della “cédula” (o del documento di identità) all’addetto alla sicurezza e da questi allo sportello elettorale è esattamente la procedura corretta prevista dalla legge, e pertanto non riesco a comprendere quali siano le ragioni della protesta. Tutto insomma è stato fatto come previsto e nell’interesse della tutela del diritto elettorale del connazionale.

Non so ovviamente quanto lunga possa essere stata I’attesa. E’ possibile che vi siano tempi più estesi per alcune pratiche rispetto ad altre, in quanto la verifica dell’iscrizione alle liste elettorali può variare a seconda del Comune di appartenenza. Peraltro, una coincidenza curiosa vuole che proprio il giorno 24 novembre io mi sia trovato verso le 11,00 a visitare il Consolato Generale e posso pertanto parlare con diretta cognizione di causa: ho visto un’atmosfera estremamente distesa, senza eccessive code o affollamenti; le operazioni si svolgevano dinanzi allo sportello elettorale con calma e serenità, la sala d’attesa era accogliente. Ho avuto modo di intrattenermi amabilmente insieme al Console Generale con alcuni connazionali in attesa del servizio, uno dei quali ci ha detto di venire dalla Guayana venezuelana, al confine con il Brasile. Tutti ci hanno ringraziati per I’eccellente servizio prestato dal Consolato Generale.

Credo che a volte basti un po’ di pazienza e di reciproca comprensione perché si possa fornire il servizio che tutti noi intendiamo prestare ai connazionali con estremo senso del dovere e dello Stato.

Silvio Mignano
Ambasciatore d’Italia