L’Avana saluta Fidel, l’ultimo viaggio verso Santiago

Military cadets hold pictures of Fidel Castro during a rally at the Revolution Plaza in Havana, Cuba, Tuesday, Nov. 29, 2016. (ANSA/AP Photo/Ricardo Mazalan)
Military cadets hold pictures of Fidel Castro during a rally at the Revolution Plaza in Havana, Cuba, Tuesday, Nov. 29, 2016.  (ANSA/AP Photo/Ricardo Mazalan)
Military cadets hold pictures of Fidel Castro during a rally at the Revolution Plaza in Havana, Cuba, Tuesday, Nov. 29, 2016.
(ANSA/AP Photo/Ricardo Mazalan)

L’AVANA. – Fidel è Cuba e Cuba è Fidel. Il legame indissolubile fra il popolo cubano e il suo Lider è più forte che mai: anche se il Comandante en Jefe è morto, i cubani non lo dimenticano, invadono la Plaza de la Revolucion di fronte agli occhi dei leader mondiali e di Raul Castro e cantano: ‘Yo soy Fidel’.

Si consuma così l’addio dell’Avana al Líder Máximo, le cui ceneri hanno lasciato la capitale dirette a Santiago de Cuba ripercorrendo al contrario il cammino della ‘carovana de le libertad’ nel 1959 per ‘liberare’ Cuba. Migliaia di persone in piazza per ore hanno ascoltato gli interventi di capi di stato, di governo e dei rappresentanti delle delegazioni inviate dai vari Paesi.

In un’atmosfera magica e triste, una folla rumorosa è scattata sull’attenti all’inno nazionale. Bandiere di Cuba, immagini di Che Guevara, foto di Fidel, commozione e lacrime, ma soprattutto l’orgoglio per il proprio Lider e l’orgoglio di essere cubani. E’ a loro che si è rivolto Raul: dopo aver ringraziato il mondo per “la solidarietà e il rispetto” dimostrato, ha parlato ai cubani.

“Le parole di Fidel risuonano in questa piazza”, ha arringato. Plaza de la Revolución è il nome scelto dal Comandante en Jefe per la piazza, che originariamente Fulgencio Batista aveva chiamato Plaza Cívica. E’ da qui che Fidel si è tante volte rivolto al proprio popolo ed è qui che nel 1967 ha reso omaggio al ‘Che’.

Raul ha ripercorso le tappe della vita del fratello, dalla Riforma Agraria del 1959 “che è stato come attraversare il Rubicone” alla dichiarazione dell’Avana del 1960. Momenti che hanno scandito la Rivoluzione cubana. “Caro Fidel, vicino al Monumento di José Martì, dove ci siamo riuniti nei momenti di straordinario dolore per onorare i nostri martiri, per proclamare le nostre idee, rivendicare i nostri simboli e consultare il popolo, qui dove commemoriamo le nostre vittorie ti diciamo, insieme al nostro eroico e combattivo popolo: Hasta la victoria siempre”. Boato, lacrime.

L’intervento di Raul è stato preceduto da quello di leader di tutto il mondo. Il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, ha ricordato l’amicizia di Fidel e Nelson Mandela. E di come i cubani “hanno aiutato l’Africa senza volere né diamanti né petrolio”. Gli interventi più applauditi sono stati quelli dei capi di stato sudamericani. “Il popolo cubano saprà portare avanti i principi rivoluzionari. Con l’esempio di Fidel il popolo non consentirà mai che Cuba diventi una colonia di alcun impero”, ha scandito il presidente dell’Ecuador Rafael Correa.

Ha parlato il presidente del Messico, Enrique Peña Nieto. Ha parlato il primo ministro greco Alexis Tsipras. Ma sono state le parole del presidente venezuelano, Nicolás Maduro, ad infiammare il pubblico. Maduro si è rivolto direttamente ai cubani, li ha incitati, li ha stimolati. E la loro risposta è stata chiara: “Cuba es Fidel”.

Per il Comandante en Jefe inizia ora l’ultimo viaggio nella sua isola, quello che lo porterà al cimitero di Santa Ifigenia, dove sarà sepolto. Prima però i cubani avranno un’altra occasione di salutarlo, l’ultima. A Santiago de Cuba, in Plaza Antonio Maceo, si tiene infatti il 3 dicembre l’ultima manifestazione di massa per Fidel. Poi, come dicono i cubani, inizierà la sua transizione verso l’immortalità.

(dell’inviata Serena Di Ronza/ANSA)