Referendum: il voto estero possibile ago della bilancia, ed è già scontro

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ROMA. – Castelnuovo di Porto, cittadina a Nord di Roma, lungo la Flaminia: è qui che, domenica sera, la partita del referendum potrebbe giocarsi la battaglia decisiva. E’ qui, infatti, che verranno scrutinati quei voti degli italiani all’estero sui quali da giorni il Comitato del No promette battaglia, segnalando irregolarità e contestando una campagna per il Sì che – è questa l’accusa – ha abusato del sostegno del governo al Sì.

Accuse che, nel giorno in cui scadono i termini per votare dall’estero, la Farnesina respinge nettamente, assicurando “la professionalità e l’assoluta imparzialità” della rete diplomatica e “diffidando dal divulgare notizie false che possano essere diffamatorie” nei confronti delle feluche e degli italiani all’estero.

Di fatto, sul voto dei poco più di 4 milioni di connazionali in giro per il mondo, è già scontro. E, stando ai boatos di palazzo secondo cui in un eventuale testa a testa proprio il voto estero (con un incidenza che andrebbe dal 3 al 5%) potrebbe essere decisivo, lo scontro rischia di trovare il suo apice nella notte elettorale.

Il Comitato del No – che aveva già promesso il ricorso alla Consulta se il voto all’estero risultasse decisivo per la vittoria del Sì – invierà 200 volontari a Castelnuovo di Porto “sulla scorta di irregolarità che sono state segnalate e per la pressione del Governo sul voto all’estero”. Ed è già pronto un team legale “che in caso di irregolarità potrà intervenire tempestivamente”.

La battaglia sulla regolarità del voto estero, tra l’altro, coinvolge quasi tutti Comitati per il No, da quello di Alessandro Pace a quello di Gaetano Quagliariello e Guglielmo Vaccaro fino al Comitato presieduto da Guido Calvi. E con il M5S che annuncia l’invio a Castelnuovo “100 controllori” per un voto “a rischio brogli”.

Attacchi sui quali il fronte del Sì per ora sorvola. “Il fatto che qualcuno annuncia già che farà ricorso è segnale di debolezza”, sottolinea il ministro della Difesa Roberta Pinotti laddove Dario Franceschini taglia corto: “se qualcuno ha qualcosa da dire, faccia denuncia”.

La Farnesina – dove la settimana scorsa il ministro Paolo Gentiloni ha incontrato le delegazioni dei Comitati del Sì e del No per fare un punto sul voto estero – interviene tentando di mettere un punto alle polemiche. Quelle giunte al Ministero sono “perlopiù segnalazioni prive di fondamento generate da commenti circolati sui social media”, spiega una nota del ministero, smentendo categoricamente l’esistenza di un documento che invita la rete diplomatico-consolare alla “mobilizzazione generale per il sì”.

Gli strascichi delle polemiche per la lettera di Matteo Renzi o per la missione del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in Sudamerica difficilmente si dissolveranno. Con il fronte del No particolarmente preoccupato per il trend che, tradizionalmente, arriva dall’estero: quello di un voto filo-governativo e, in tal caso, filo-renziano.

“All’estero credo prevarrà il Sì”, sottolinea Angelino Alfano incassando l’ira del fronte del No: “il ministro dell’Interno dovrebbe astenersi da pronostici”, hanno risposto.

(di Michele Esposito/ANSA)

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