Analisi referendum: boom elettori, è voto politico

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ROMA. – Dopo un costante calo dei votanti nella diverse tornate elettorali, i cittadini recatisi alle urne per il referendum hanno segnato un vero boom: 33.243.845 per l’esattezza, un numero superiore a qualsiasi altra consultazione referendaria, e paragonabile a quello delle elezioni politiche del 2013, quando ai seggi si presentarono in 36 milioni.

Questo dato, come evidenzia anche l’Istituto Cattaneo di Bologna, significa che il voto di ieri è stato “politico” prima ancora che sul testo della riforma. Che la tornata di ieri sia stata anche, e per molti soprattutto, un giudizio sul Governo Renzi, viene messo in evidenza da alcuni dati dell’analisi dell’Istituto Cattaneo: il No, infatti ha prevalso nelle fasce di popolazione più in difficoltà, sia a livello geografico, che a livello generazionale, che sotto il profilo del reddito.

Al Sud il No è stato più forte, così come tra i giovani e nelle fasce di reddito più basse. Il Cattaneo ha evidenziato che anche la percentuale di presenza straniera ha inciso: nelle zone con maggior concentrazione ha prevalso il No, in quelle a minor concentrazione ha vinto il Si.

Per quanto riguarda poi l’analisi dei flussi, sempre l’Istituto Cattaneo evidenzia come ci sia stata nel Pd una “componente minoritaria ma significativa di elettori dissenzienti rispetto alla linea ufficiale”, che va da un minimo del 20,3% di Firenze (rispetto a chi ha votato Pd nel 2013) e del 22,8% di Bologna, al 33% di Torino, fino a punte del 41,6% di Napoli e di 45,9% di Cagliari. Quasi nessuno degli elettori del Pd nel 2013 si è rifugiato nell’astensione. Secondo Antonio Noto il 23% di No sono elettori Dem.

Granitico invece il voto dei simpatizzanti di M5s, che al 90% ha seguito le indicazioni di Grillo. Gli elettori del Pdl del 2013 in parte si sono astenuti, ma una buona fetta ha votato sì (il 44% a Firenze e il 41% a Bologna), mentre tutti gli elettori centristi di Scelta civica ha messo una croce sul Si. Quindi i 13.432.187 di Sì, sono già il tanto evocato “partito della nazione”, vale a dire un Pd più spostato al centro e privato della propria sinistra.

Proprio questo dato potrebbe indurre Renzi a rimanere sulla tolda del Pd e, grazie a una legge elettorale a turno unico, tentare di vincere eventuali elezioni anticipate. I 13,4 milioni di Si sono tutti suoi, mentre i 19,4 milioni sono distribuiti tra i vari partiti del No (M5s, Fi, Lega, Fdi, Sinistra Italiana).

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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