I populisti festeggiano. Farage, l’Ue sta morendo

Farage, l'Ue sta morendo
Farage, l'Ue sta morendo
Farage, l’Ue sta morendo

BRUXELLES. – Dopo la Brexit e Trump, l’Italia. Gli alleati europei di Beppe Grìllo e Matteo Salvini, ma anche gli spagnoli di Podemos, esultano per il risultato del referendum sulla riforma costituzionale in Italia. Per gli euroscettici populisti il 60-40 italiano è un nuovo trionfo. Per Nigel Farage è la prova che “il progetto europeo sta morendo”.

Sui social network spopola una foto con Cameron, Merkel, Obama, Hollande e Renzi. Appena sei mesi dopo, due sono stati sconfitti nei referendum da loro stessi indetti e resta in sella solo la Cancelliera. Che però in autunno affronterà la sfida dei ‘Alternative fur Deutschland’ a chiusura della maratona elettorale che sarà cominciata il 15 marzo in Olanda, per proseguire col doppio turno tra fine aprile e primi di maggio per scegliere il successore di Hollande all’Eliseo.

Così, mentre la Commissione europea cerca di minimizzare l’impatto sottolineando che il voto di ieri è stato “sulla Costituzione, non sull’Europa” e che quindi non viene considerato una minaccia alla stabilità finanziaria della Ue, Nigel Farage e Marine Le Pen festeggiano.

“Questo è un colpo di martello contro l’Euro e l’establishment pro-Ue che ha dato agli italiani più povertà, disoccupazione e meno sicurezza a causa dell’immigrazione di massa” ha detto Farage di ritorno da una visita negli Stati Uniti, sostenendo la richiesta del leader pentastellato di andare subito a elezioni anticipate.

“La Ue sta barcollando da una crisi all’altra: rapide elezioni appaiono necessarie in modo che gli italiani abbiano l’opportunità di liberarsi dell’establishment pro-Ue” ha aggiunto il leader dell’Ukip, che ha guidato la campagna per il ‘leave’ del Regno Unito.

Toni e temi, quelli dell’alleato di Grillo nel gruppo Efdd al Parlamento europeo, in sintonia con quelli di Marine Le Pen che a Strasburgo fa squadra con Salvini. “Gli italiani hanno ripudiato la Ue e Renzi. Bisogna ascoltare questa sete di libertà delle nazioni e di autodifesa” aveva twittato a caldo la leader del Front National. Che in giornata è tornata sull’argomento con un comunicato più articolato in cui ha parlato di “un no di speranza”, perché “aggiunge un nuovo popolo alla lista di quelli che vogliono voltare le spalle alle assurde politiche europee”. Ed ha sostenuto che il voto ha respinto “la politica di ‘ultra-austerità assurda condotta da Matteo Renzi, politica voluta dall’Unione europea e imposta all’Italia”.

Affermazione dal sapore di ‘post-verità’, tenuto conto che nelle stesse ore l’Eurogruppo invece chiedeva una manovra aggiuntiva considerando troppo espansive le politiche di Renzi. Ma Le Pen aggiunge che “la purga dell’austerità in Italia oltre ad essere profondamente antisociale, non ha portato alcun risultato economico” ed argomenta, passando alla campagna elettorale interna, che il ‘no’ italiano è “anche un segnale per la Francia” dove “l’austerità viene applicata da anni e alcuni candidati, Fillon in testa, vorrebbero accelerarla per raggiungere lo stesso livello dell’Italia”.

E mentre i social network russi attribuiscono a Putin il merito della vittoria del no, una fonte dell’Ukip osserva: “Comunque vada, in Francia vincerà Putin, visto che è amico tanto di Fillon quanto di Le Pen. E non è finita qui: la vittoria di Trump farà cambiare molte cose per l’intera Europa”. In casa socialista un’altra fonte parlamentare si consola con il risultato austriaco: “Se Van der Bellen perdeva erano guai seri”.

(di Marco Galdi/ANSA)

Lascia un commento