La periferia di Roma è una polveriera, tra razzismo e criminalità

Periferia Roma polveriera, tra razzismo e criminalità
Periferia Roma polveriera, tra razzismo e criminalità
Periferia Roma polveriera, tra razzismo e criminalità

ROMA. – Negli ultimi due anni a Roma ci sono stati almeno due casi clamorosi di proteste contro la presenza o l’arrivo di extracomunitari e migranti in zone di periferia. Quartieri polveriera come San Basilio dove a una famiglia marocchina è stato impedito, a suon di insulti e proteste, di prendere possesso della casa popolare assegnata.

E come Tor Sapienza, zona est, dove nel novembre 2014 si verificarono scontri tra forze dell’ordine e un’ottantina di manifestanti incappucciati e armati di bastoni e bombe carta, che avevano circondato e bersagliato il centro di accoglienza di via Morandi. Il bilancio fu di 14 agenti feriti, oltre a un operatore tv, auto della polizia danneggiate e cassonetti incendiati.

Nel quartiere, dove si trova anche un campo nomadi, la convivenza era diventata sempre più difficile e alcuni gruppi di estrema destra, come CasaPound, soffiarono sul malcontento della gente, ingrossando le fila della protesta. Anche in quell’occasione però, come a San Basilio oggi, si parlò di interessi degli spacciatori di droga, molti dei quali minorenni, nel fomentare la rivolta contro i migranti.

Nel luglio del 2015, invece, a Casale San Nicola, estrema periferia nord, una zona residenziale di campagna, l’annunciato arrivo di un piccolo gruppo di richiedenti asilo in una ex scuola provocò la protesta degli abitanti. Il luogo scelto dalla prefettura era considerato inadeguato per la mancanza di strutture e servizi.

I residenti, con la presenza anche in questo caso di Casapound, bloccarono la strada per impedire l’accesso al bus degli immigrati. La polizia caricò i manifestanti, alcuni dei quali reagirono con lanci di sassi e bottiglie. Oltre una decina gli agenti feriti, 2 gli arrestati e una persona denunciata a piede libero, altre 15 identificate.

San Basilio, una borgata con una lunga storia di lotte per la casa e sgomberi – nel 1974 ci fu anche un morto in scontri durissimi con le forze dell’ordine -, è scivolata negli anni sempre più in mano alla criminalità. Tanto da assomigliare a Scampia, a Napoli, per le ‘piazze’ dello spaccio di droga e le vedette che avvertono i pusher dell’arrivo della polizia.

Una zona molto difficile: nel 2013 dopo un omicidio i sanitari del 118 vennero aggrediti e picchiati. Clima difficile e minacce anche per i giornalisti dopo l’esplosione di un appartamento con un morto a causa dei botti di Capodanno nella notte di San Silvestro del 2011.