La linea di Berlusconi, il Pd ha la maggioranza e faccia il governo

Foto Roberto Monaldo / LaPresseI Nella foto Matteo Renzi, sullo schermo, Silvio Berlusconi
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 27-04-2014 Roma Politica Trasmissione tv "In Mezz' Ora" Nella foto Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sullo schermo, Silvio Berlusconi
Foto Roberto Monaldo / LaPresse
27-04-2014 Roma
Politica
Trasmissione tv "In Mezz’ Ora"
Nella foto Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sullo schermo, Silvio Berlusconi

ROMA. – Il Pd ha la maggioranza al Senato e alla Camera quindi il governo è cosa loro. La linea che Silvio Berlusconi detta al vertice del suo partito non cambia: Forza Italia è disponibile a sedersi intorno ad un tavolo per scrivere insieme la nuova legge elettorale (il mandato a trattare è nelle mani dei due capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta), ma questo non significa fare un nuovo ingresso nell’esecutivo.

La decisione di riconfermare la volontà di trattare per modificare l’Italicum il leader di Fi l’ha discussa anche nel vertice riunito ad Arcore con lo stato maggiore azzurro. Un summit concluso senza che fossero però ancora giunte le ultime da Roma.

Il ricorso sull’Italicum che la Consulta inizierà ad esaminare il 24 gennaio e la frenata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulle elezioni anticipate, offrono al capo di Forza Italia una parentesi ben più ampia per capire meglio quale sia la scelta migliore per Fi.

Su una cosa però Berlusconi sembra già convinto: Forza Italia non prenderà parte ad un governo di responsabilità. La possibilità di tornare ed essere di nuovo al centro della scena in un nuovo esecutivo è un’idea che Berlusconi non scarterebbe tenendo conto anche dei suoi interessi, le aziende di famiglia in primo piano.

L’ex premier però sa perfettamente che aderire di nuovo ad un esecutivo non eletto condannerebbe Forza Italia all’isolamento con il resto del centrodestra e di fronte all’incognita sulla legge elettorale rompere adesso l’alleanza non è conveniente. Lega e Fratelli d’Italia infatti hanno già chiuso la porta all’ipotesi ribadendo che qualsiasi inciucio metterebbe fine alla coalizione. Un ragionamento che anche diversi big di Forza Italia gli hanno fatto invitandolo a non cedere ai ‘ricatti’ di Alfano.

Il leader di Ap sarebbe stato infatti il convitato di pietra del conclave ad Arcore e da alcuni presenti sarebbe stato bollato come il “ventriloquo” (o peggio “serpe”) di Matteo Renzi. Un’ennesima capovolta azzurra rischierebbe di spaccare il partito e quindi di depotenziare ancora di più le truppe azzurre.

“Vogliamo essere responsabili ma non lasciare impronte su un nuovo governo”, è il leit motiv di Forza Italia. Altro discorso invece è quello di trattare sulla legge elettorale. L’intenzione di Berlusconi è quella di insistere per un tavolo a cui possano sedersi tutte le forze politiche per scrivere insieme le nuove riforme.

La decisione della Consulta di iniziare a discutere a fine gennaio rappresenta per l’ex premier la consapevolezza che i tempi si allungano. La speranza è che la legislatura duri il più possibile in modo da poter riorganizzare il partito e magari sperare nell’arrivo della sentenza della Corte dei diritti di Strasburgo che gli consenta di tornare candidabile: gli ultimi sondaggi – ha spiegato al vertice del suo partito – danno il mio gradimento al pari di quello di Renzi, Di Maio e Di Battista.

Un’operazione difficile quella che ha in mente Berlusconi e che ha bisogno non solo di tempo ma anche di una legge elettorale che gli dia la possibilità di potersi sganciare dal duo Salvini-Meloni. Il punto di caduta continua ad essere il proporzionale, proposta che però non convince tutti dentro il suo partito.

Giovanni Toti e anche la componente ex An avrebbero espresso dubbi sul modello perchè rappresenterebbe un modo per dire agli elettori che un partito non si candida per governare ma per fare le larghe intese dopo. Il presidente della Liguria da sempre in sintonia con Salvini avrebbe insistito sulla necessità di tornare al più presto alle urne.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)

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