Il monito del Papa: in Europa oggi mancano i leader

Pope Francis closes the Holy Door at Saint Peter's Basilica to mark the end of the Jubilee of Mercy at the Vatican, 20 November 2016. ANSA/POOL AFP/TIZIANA FABI
Pope Francis closes the Holy Door at Saint Peter's Basilica to mark the end of the Jubilee of Mercy at the Vatican, 20 November 2016.    ANSA/POOL AFP/TIZIANA FABI
Pope Francis closes the Holy Door at Saint Peter’s Basilica to mark the end of the Jubilee of Mercy at the Vatican, 20 November 2016.
ANSA/POOL AFP/TIZIANA FABI

CITTA’ DEL VATICANO. – “Quel ‘Mai più la guerra! credo che è una cosa che l’Europa ha detto sinceramente, l’ha detto sinceramente: Schumann, De Gasperi, Adenauer… lo dissero sinceramente. Ma dopo… Al giorno d’oggi mancano leader. All’Europa ha bisogno di leader, leader che vadano avanti…”. Lo ha detto il Papa in una intervista al settimanale cattolico belga “Tertio”.

“Credo che quel ‘Mai più la guerra!’ non è stato preso sul serio, – ha spiegato il Pontefice – perché dopo la Prima c’è stata la Seconda, e dopo la Seconda, c’è questa terza che stiamo vivendo adesso, a pezzetti. Siamo in guerra. Il mondo sta facendo la terza guerra mondiale: Ucraina, Medio Oriente, Africa, Yemen… È molto grave. Quindi, ‘Mai più la guerra!’ lo diciamo con la bocca, ma intanto fabbrichiamo armi e le vendiamo; e le vendiamo agli stessi che si combattono; perché uno stesso fabbricante di armi le vende a questo e a questo, che sono in guerra fra di loro.

È vero. C’è una teoria economica che non ho provato a verificare, ma l’ho letta in diversi libri: che nella storia dell’umanità, quando uno Stato vedeva che i suoi bilanci non andavano, faceva una guerra e rimetteva in equilibrio i propri bilanci. Vale a dire, è uno dei modi più facili per produrre ricchezza. Certo, il prezzo è molto alto: il sangue. Quel “Mai più la guerra!” credo che è una cosa che l’Europa ha detto sinceramente, l’ha detto sinceramente: Schumann, De Gasperi, Adenauer… lo dissero sinceramente. Ma dopo…”.

Nella intervista papa Francesco, in una risposta sulla Chiesa sinodale, ha anche ricordato che “Tutto quello che c’è lì (in Amoris laetitia. ndr), nel Sinodo è stato approvato da più dei due terzi dei padri. E questo è una garanzia”.

Nessun accenno alle critiche rivolte alla esortazione Amoris laetitia, – che ha tratto le conclusioni dei due sinodi dedicati alla famiglia – dai quattro cardinali, tra cui l’italiano Caffarra, che hanno espresso cinque “dubia” sulla Al. Ha inoltre risposto sul terrorismo di matrice religiosa e sulla riuscita del giubileo, “che è andato molto bene”, ha detto, e ha messo molta gente in movimento nel mondo.

Il testo dell’intervista è stato diffuso poco prima che il Papa – nella udienza generale in aula Paolo VI davanti a oltre 5.000 persone – iniziasse un nuovo ciclo di catechesi, dedicato alla “speranza cristiana”.

“La speranza non delude, l’ottimismo delude, la speranza no, chiaro?”, ha spiegato ai presenti, . Così il Papa nella udienza generale in aula Paolo VI, cominciando un nuovo ciclo di catechesi, intitolato alla “speranza cristiana”.

A fine udienza il Papa, ricordando che il 9 e il 10 ricorrono due giornate Onu, contro la corruzione e per i diritti umani, ha affermato che queste “sono due realtà strettamente collegate: la corruzione è l’aspetto negativo da combattere, incominciando dalla coscienza personale e vigilando sugli ambiti della vita civile, specialmente su quelli più a rischio; i diritti umani sono l’aspetto positivo, da promuovere con decisione sempre rinnovata, perché nessuno sia escluso dall’effettivo riconoscimento dei diritti fondamentali della persona umana”.

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