Ancora bombe ad Aleppo, la diplomazia intensifica gli sforzi

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BEIRUT. – La diplomazia sembra essersi rimessa in moto per cercare di porre fine alla tragedia di Aleppo. Le truppe lealiste siriane hanno “sospeso” le ostilità per permettere ad una colonna di 8.000 civili di lasciare la parte orientale della città ancora occupata dai ribelli e dai qaedisti, ha annunciato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, dopo tre incontri avuti ieri tra ieri ed oggi ad Amburgo con il segretario di Stato americano John Kerry.

Ma i combattimenti sono proseguiti per gran parte della giornata, mentre sono 150.000, secondo il presidente del comitato locale, i residenti presenti nell’area assediata. “Stiamo lavorando, sono fiducioso e ho speranza”, si è limitato a dire da parte sua Kerry, prima di volare dalla Germania a Parigi, dove sabato è in programma una nuova riunione sulla Siria subito dopo la conferenza Osce.

Il 30 novembre il ministro degli esteri francese, Jean-Marc Ayrault, aveva reso nota la sua volontà di riunire a Parigi “i Paesi europei, arabi e gli Stati Uniti che sostengono una soluzione politica in Siria”. E una “intensa attività diplomatica” è in corso anche fra la Turchia e Mosca, secondo quanto ha fatto sapere Ibrahim Kalin, il portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, sottolineando che quest’ultimo è impegnato in prima persona nelle trattative.

Ma ad Aleppo, dove i lealisti hanno riconquistato anche l’antica cittadella, stringendo gli insorti in un territorio che ormai è il 25 per cento di quello in loro possesso fino alla fine di novembre, gli scontri sono continuati per buona parte della giornata.

L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) riferisce di bombardamenti tra forze ribelli e quelle governative. Una nota positiva è stata l’evacuazione dalla città vecchia di 118 disabili e altri 30 civili bisognosi di assistenza da una struttura che era rimasta a lungo isolata a causa dei combattimenti.

Lo ha reso noto il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr), aggiungendo che l’evacuazione è stata condotta in cooperazione con la Mezzaluna rossa siriana. Tra gli evacuati ci sono malati mentali, orfani non più bambini e pazienti con disabilità fisiche.

Jan Egeland, responsabile dell’Onu per le operazioni umanitarie in Siria, ha detto però che gli sforzi per evacuare centinaia di feriti sono bloccati dopo un attacco ad un ospedale militare russo nella parte ovest di Aleppo. Egeland ha aggiunto che il governo siriano ha autorizzato per la prima volta l’accesso di aiuti delle Nazioni Unite per la popolazione civile nei quartieri ancora assediati di Aleppo est, ma non ha fornito dettagli su come e quando tali aiuti dovrebbero arrivare.

Sentendosi ormai sicuro della riconquista di tutta Aleppo, il presidente Bashar al Assad ha affermato che essa sarà “una vittoria” ma “non significa la fine della guerra in Siria”. In un’intervista apparsa sul quotidiano Al Watan, il ‘rais’ ha aggiunto che “la guerra non finirà fino a quando il terrorismo non sarà eliminato”.

Tuttavia, Assad ha detto che la sconfitta dei ribelli e dei qaedisti nella città nel nord del Paese significa “una trasformazione totale del corso del conflitto”, perché qui la Turchia di Erdogan aveva “gettato tutto il suo peso”.

(di Alberto Zanconato/ANSAmed)

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