Record delegazioni al Colle, dal governo tecnico al governo del presidente

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una foto di archivio ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una foto di archivio ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – “Buonasera. Prima di tutto mi presento… Sono Mario Ferrara di Gal”. Consultazioni a raffica al Quirinale dopo le dimissioni di Matteo Renzi da presidente del Consiglio, tanto che il senatore Ferrara si presenta alla stampa riunita al Quirinale e capisce che è meglio presentarsi prima di dichiarare.

In tre giorni, oltre ai presidenti delle Camere con il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, alla sua prima crisi di governo da gestire da quando è arrivato al Quirinale, Sergio Mattarella incontra ben ventitre delegazioni: composte da due, tre persone che, nella fase dedicata ai gruppi politici più piccoli, varcano a turno la porta dello Studio alla Vetrata per far conoscere al Capo dello Stato le proprie valutazioni su come uscire dalla crisi.

Si tratta di una vera liturgia: le delegazioni arrivano al Quirinale, entrano dal cortile d’onore, salgono la scala che porta al primo piano, entrano nello Studio alla Vetrata e poi escono dal palazzo dopo aver rilasciato dichiarazioni alla stampa che attende.

I ventitre incontri di oggi sono un record, almeno negli ultimi dieci anni. Le Consultazioni che si tengono tra oggi e domani superano, infatti, per numero le ventidue che furono necessarie a Giorgio Napolitano per decidere di rinviare alle Camere Romano Prodi: era la fine di febbraio del 2007.

I numeri scendono poi di parecchio. Le consultazioni si articolarono in 16 incontri il 13 novembre 2011 con le dimissioni di Silvio Berlusconi; 14 furono gli incontri allo Studio alla Vetrata dopo le dimissioni di Enrico Letta (14 febbraio 2014) cui seguì l’approdo a palazzo Chigi di Matteo Renzi e sempre 14 quelle che servirono per gestire le dimissioni di Romano Prodi il 25 gennaio 2008.

Tredici delegazioni vennero sentite dal presidente Napolitano al Quirinale il 23 marzo 2013 per la formazione del governo Letta. Il minimo numero di incontri si riscontra nelle consultazioni per le dimissioni del governo Monti (nove, il 22 dicembre 2012) e per la nascita del governo Berlusconi (10) nel giugno 2008.

E nel gioco della creatività politica, oggi a dominare un vorticoso giro di colloqui non proprio elettrizzante, è stato senza dubbio Lorenzo Dellai che – replicando a Giorgia Meloni che poco prima aveva detto di aver chiesto a Mattarella “un Governo con una scadenza certa” – ha creato un nuovo tipo di Governo: “i Governi non sono come gli yogurt con una scadenza…”.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)

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