Hillary Clinton lancia una crociata contro le false notizie

WASHINGTON. – Hillary Clinton lancia la crociata contro le fake news online, di cui è stata una delle principali vittime in campagna elettorale. E chiede al Congresso, ma anche ai giganti della Silicon Valley, di intervenire contro “l’epidemia di false notizie calunniose e la falsa propaganda che hanno invaso i social media nell’ultimo anno”, una minaccia sia per la democrazia che per la vita della gente.

Ad un mese esatto dalla sua sconfitta nelle presidenziali americane, l’ex candidata dell’Asinello è tornata a parlare in pubblico per la seconda volta intervenendo a Capitol Hill in occasione della cerimonia di addio per il senatore democratico Harry Reid, che dopo 30 anni lascia il Congresso.

“Non era certo questo il discorso che speravo di tenere a Capitol Hill dopo le elezioni ma dopo qualche settimana passata a fare selfie nel bosco ho pensato che sarebbe stata una buona idea uscire”, ha esordito con amara autoironia.

“Ma lasciatemi menzionare brevemente una minaccia in particolare che dovrebbe preoccupare tutti gli americani, democratici, repubblicani e indipendenti”, ha proseguito, scagliandosi come il pericolo della ‘post-verita’”. “Ora è chiaro che le cosiddette notizie false possono avere conseguenze reali, non è questione di politica o partigianeria, sono a rischio vite, vite di persone comuni che cercano di trascorrere le loro giornate, di fare il loro lavoro, di contribuire alle loro comunità”, ha ammonito.

Anche se non lo ha citato direttamente, è apparso chiaro il riferimento al recente caso ormai noto come ‘pizzagate’: un padre di famiglia che ha scaricato le sue armi in una pizzeria di Washington dove era andato per fare giustizia dopo aver creduto ad una fake news su un presunto giro di prostituzione minorile legato a quel locale, con il coinvolgimento della Clinton e del suo ex presidente della campagna John Podesta. Un blitz senza vittime, ma che poteva trasformarsi in tragedia.

Il ‘pizzagate’ è solo una delle tante notizie false diffuse su internet ai danni della ex candidata democratica, in particolare sui siti di destra, come Breitbart, il cui ex patron Steven Bannon è stato nominato da Donald Trumpo chief strategist della Casa Bianca.

Quello delle fake news “è un pericolo che deve essere affrontato, e rapidamente”, ha sollecitato la Clinton, evocando alcuni sforzi già in corso in questa direzione: da un lato “il progetto di legge bipartisan per rafforzare la risposta del governo alla propaganda straniera”, dall’altra la decisione della Silicon Valley di affrontare “la sfida e la minaccia delle notizie false”.

“E’ imperativo che i leader sia del settore privato sia del settore pubblico facciano un passo avanti per proteggere la nostra democrazia e vite innocenti”, ha concluso tra gli applausi. Ma la soluzione non è dietro l’angolo. Se è relativamente facile eliminare i post che contengono offese o incitazioni all’odio e al terrorismo, non esiste una tecnologia per “filtrare la verità”, è necessario spulciare sito per sito aggiungendolo ad una sorta di black list.

E i grandi brand, come sottolinea il Wall Street Journal, ignorano o non si preoccupano che le loro pubblicità finiscano su siti di notizie false, generando decine di migliaia di dollari di ricavi. Così su internet si possono continuare a leggere titoli come “Yoko Ono: ‘ho avuto una storia con Hillary Clinton negli anni ’70” o la notizia che la first lady Michelle non ha dato alla luce le sue due figlie.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)