Fiducia: Gentiloni si presenta in modo deciso

ROMA. – Complice la decisione dei deputati pentastellati di non partecipare al voto, il discorso con cui il neo premier, Paolo Gentiloni, chiede la fiducia all’aula di Montecitorio scorre via senza ‘intoppi’ o contestazioni. Anche nella replica pomeridiana. Dura pochi minuti e non fa registrare particolari problemi, tranne l’esposizione di qualche cartello a discorso finito da parte dei deputati di Fratelli d’Italia (“Al voto subito!”) e di uno striscione dei leghisti (con il primo articolo della Costituzione) tolto dai commessi, Gentiloni si presenta in modo deciso, fornisce la traccia dei prossimi interventi, non negando quale sia la genesi del suo esecutivo, ma non calca la mano.

E il perché lo spiega in replica: vuole rasserenare il clima. Anche perché – spiega – “il Parlamento non è un social network”. Ma è chiaro perché si presenta alle Camere, è per la sconfitta referendaria del suo partito: “… se stasera sono qui… è perché l’abbiamo riconosciuta” spiega citando la nota canzone di Luigi Tenco.

Il premier traccia a grandi linee le priorità: il lavoro, la ripresa economica che c’è ma è ancora debole, il Mezzogiorno, il dibattito europeo sui migranti (tra i primi impegni del nuovo Governo) e gli interventi per il terremoto. L’Aula di Montecitorio segue e accompagna con qualche applauso.

Poi Gentiloni, in replica, si fa più ‘appuntito’ e stigmatizza la scelta di non essere in aula dei pentastellati: li definisce “i superpaladini della centralità del Parlamento che nel momento più importante della vita parlamentare non ci sono”.

Poi ringrazia: “Concludo ringraziando i colleghi, anche dell’opposizione, che hanno condiviso almeno una necessità: farla finita con questa apparentemente inarrestabile escalation di violenza verbale. Il parlamento – sottolinea – non è un social network e ridando serietà al nostro dibattito contribuiamo a rasserenare il clima nel paese e nelle famiglie del nostro paese”.

(di Francesco Carbone/ANSA)

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