Scendono i redditi dei professionisti. Sempre meno giovani

Un gruppo di architetti in ufficio.
Un gruppo di architetti in ufficio. (ANSA)

ROMA. – Un altro anno con ‘il segno meno’ per le entrate dei professionisti: nel 2015, infatti, il reddito medio è stato di 33.954 euro (-0,3% rispetto al 2014), ma la contrazione dei guadagni è stata netta nell’ultimo decennio, poiché sono “crollati tra il 2005 e il 2015 del 18%”.

E’ l’Adepp (Associazione degli Enti previdenziali privati) a certificare che non splende il sole sui redditi dei circa 1,5 milioni di iscritti nel suo VI rapporto annuale, illustrato oggi dal presidente Alberto Oliveti, da cui affiorano le deboli performance delle nuove generazioni: tra i 25 e i 30 anni, mediamente, si raggiungono “circa 12.000 euro lordi” e i trentacinquenni sfiorano i “17.000”.

Impietoso, poi, il confronto con i professionisti della fascia 55-60 anni che superano i 50.420 euro, da cui si deduce che gli under35 hanno entrate “da 1/4 ad 1/3 del reddito” dei colleghi adulti; nel frattempo, osserva l’Associazione, diminuisce il numero dei giovani iscritti, visto che in un decennio quelli con meno di 40 anni sono scesi “dal 41% al 31%”.

Se i guadagni si erodono, le Casse di previdenza investono risorse considerevoli nell’assistenza: nel 2015 sono stati destinati oltre 520 milioni a prestazioni di welfare, soprattutto per le indennità di maternità (104 milioni). Sempre lo scorso anno, inoltre, sono stati distribuiti 38 milioni di ammortizzatori sociali (voce lievitata dall’avvio della crisi del 287%).

Una categoria, intanto, si avvia a compiere un’azione inedita: si tratta dei commercialisti, le cui sette sigle sindacali (Anc, Adc, Aidc, Unico, Unagraco, Andoc e Ungdcec) hanno annunciato, al culmine di una manifestazione in piazza Santi Apostoli, a Roma, il loro primo sciopero.

L’astensione dal lavoro, in segno di protesta contro lo “stillicidio di adempimenti”, si terrà nel febbraio 2017, in occasione della dichiarazione Iva, e si protrarrà per “sette giorni”; non soltanto “l’Agenzia delle Entrate riceverà i dati sette giorni dopo la scadenza”, hanno spiegato gli organizzatori dinanzi a circa 3.000 colleghi, ma a partire dal 28 febbraio i professionisti diserteranno le udienze nelle commissioni tributarie.

“Se si fermano i medici, si ferma la sanità, se si fermano gli avvocati, si ferma la giustizia. Ma se si fermano i commercialisti, si ferma l’economia”, è stato il commento del presidente dell’Ordine nazionale Gerardo Longobardi, che ha appoggiato l’iniziativa dei sindacati.

(di Simona D’Alessio/ANSA)