Gentiloni dà battaglia in Ue, ora risultati concreti

BRUXELLES. – Un caloroso applauso della famiglia socialista riunita nella Albert Hall, storico teatro di Bruxelles. Poi il primo faccia a faccia con Angela Merkel, François Hollande e Mariano Rajoy per la firma dell’accordo di sostegno economico al Niger, “primo concreto passo avanti” nell’attuazione dei ‘migration compact’, l’idea italiana lanciata a gennaio scorso e che comincia a funzionare.

Quindi il Consiglio europeo, con le spine dell’immigrazione, della solidarietà che in Europa funziona solo a parole e del dramma siriano. Così, a poco più di 12 ore dalla fiducia ottenuta al Senato, è cominciata la prima giornata in Europa di Paolo Gentiloni nelle vesti di presidente del Consiglio.

L’applauso al Pse “non è stato liberatorio”, avverte chi ha partecipato alla riunione, perché nel benvenuto dato dal segretario generale, Sergej Stanishev, e dagli altri leader presenti al nuovo premier italiano ci sono stati “ripetuti e forti ringraziamenti per il lavoro fatto” da Matteo Renzi. L’apprezzamento per la continuità è stato espresso anche da Pierre Moscovici: quello di Paolo Gentiloni, ha detto, “è sempre un governo amico”.

Prima di entrare nel Justus Lipsius, Gentiloni ha messo in chiaro la priorità dell’Italia: “Oggi la questione principale, tra le tante, è quella dell’immigrazione. E da questo punto di vista l’Italia è molto esigente perché non siamo ancora soddisfatti della discussione sul regolamento di Dublino che fissa le regole sull’accoglienza dei rifugiati”.

Obiettivo primario, sventare il tentativo della presidenza slovacca portatrice degli interessi ‘anti-migranti’ del gruppo di Visegrad di far passare il concetto di ‘solidarietà flessibile’. Concetto lanciato al vertice informale di settembre a Bratislava per poter evitare la redistribuzione dei richiedenti asilo limitandosi a dare in cambio aiuti finanziari o inviare guardie di frontiera.

Attorno al tavolo i 28, ascoltando la relazione di Federica Mogherini, hanno dovuto constatare che i ‘migration compact’ appena lanciati cominciano già a dare i primi risultati concreti. Ed è proprio questo, che Gentiloni – con i modi felpati che sono il suo marchio di fabbrica – ha chiesto ai colleghi.

“Abbiamo lanciato un programma per fronteggiare insieme i fenomeni migratori dall’Africa. Lo abbiamo lanciato a gennaio. Ci aspettiamo risultati concreti”, ha detto ai giornalisti prima della firma con Merkel, Hollande e Rajoy dell’accordo di sostegno finanziario bilaterale al Niger, uno dei cinque paesi africani che da ministro degli Esteri ha visitato, convinto che per risolvere il problema dell’immigrazione non servano i muri, ma impegno per affrontarne le cause alla radice.

Che i ‘compact’ per l’Africa siano davvero una buona idea, lo hanno cominciato a dimostrare i numeri presentati da Mogherini e che hanno “colpito” i leader europei. In particolare quelli del Niger, principale transito sulla rotta verso la Libia: dai 72.000 passaggi registrati a maggio, si è scesi ai 1.500 di novembre.

Nelle discussioni per il rinnovo delle sanzioni economiche europee contro la Russia per l’annessione della Crimea e la destabilizzazione del Donbass, così come sulla linea di dialogo da tenere con la Turchia, il Gentiloni premier ha tenuto la linea già esposta da ministro degli Esteri e battuta da Renzi.

Quindi ok al rinnovo per sei mesi delle misure contro Mosca (e non per un anno, come aveva azzardato la Polonia) proposto da Merkel e Hollande visto che l’accordo di Minsk è tutt’altro che rispettato.

(di Marco Galdi/ANSA)

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