Venezuela, tornano i saccheggi

Immagini di un saccheggio pubblicate dalle reti sociali

CARACAS – Protestee conati di saccheggi un po’ ovunque, meno a Caracas dove la vigilanza delle forze dell’ordine è molto piú attenta. La popolazione, disperata dalla mancanza di banconote e, in alcuni casi, dall’impossibilità di cambiare quelle da 100bs, da oggi ufficialmente fuori corso, ha fatto lunghe file davanti alle sedi di Caracas e Maracaibo della Banca Centrale. In particolare gli animi si sono scaldati a Maracaibo dove, nonostante l’attesa snervante sotto il sole cocente, l’istituto non ha aperto le porte.
D’altro canto, la rabbia è esplosa anche di fronte ai negozi (per la lentezza con cui in questi giorni funziona il collegamento elettronico per acquisti con bancomat o carta di credito o perchè molti di questi non accettano nessun tipo di banconote nel timore che il governo possa improvvisamente dichiararle fuori corso) e alle banche pubbliche, in particolare il “Banco de Venezuela”, i cui cassieri automatici – quelli che ancora funzionano – non permettono di prelevare oltre i mille bs. Insomma, una somma sufficiente neanche per un cappuccino. Esperti ed economisti hanno quindi evocato il fantasma del “corralito” argentino, che, a suo tempo, provocò la protesta airata dei cittadini a Buenos Aires, Mendoza, Bariloche e nel resto del Paese.
Il capo dello Stato, nel frattempo, ha prorogato per altre 72 ore la chiusura ermetica delle frontiere con Colombia e Brasile, non permettendo ai venezuelani di recarsi al lavoro nelle vicine località di frontiera in terra colombiana o brasiliana. Il provvedimento, in regioni in cui il commercio di frontiera è la maggiore attività, sta arrecando gravi danni all’economia dei piccoli imprenditori.
Il malcontento, quindi, serpeggia un po’ ovunque mentre le nuove banconote sono ancora uccel di bosco e l’economia del paese è praticamente paralizzata in un periodo, quello natalizio, sul quale scommettevano i piccoli negozianti per poter chiudere in equilibrio i bilanci di un anno caratterizzato dalla sfiducia e dall’incertezza.
Intanto il Dipartimento di Stato americano ha sconsigliato il Venezuela come paese turistico raccomandando i propri cittadini di prendere le dovute precauzioni nel caso decidessereo comunque di recarsi nel Paese.