Draghi all’Ue, Paesi ad alto debito consolidino i conti

Mario Draghi con il dito puntato
Mario Draghi (DANIEL ROLAND/AFP/Getty Images)
DANIEL ROLAND/AFP/Getty Images)

BRUXELLES. – Il presidente della Bce Mario Draghi, parlando ai leader europei riuniti nel vertice a Bruxelles, richiama i Paesi ad alto debito a dare la priorità al consolidamento dei conti, un appello che interessa anche l’Italia che è ancora in pieno confronto con la Commissione Ue sulle misure necessarie a riportarla in linea con gli impegni presi.

“Sugli eventuali scostamenti credo che la discussione tra il ministro dell’Economia e il commissario Moscovici sia ampiamente acquisita. Non ci sono assolutamente problemi e novità”, ha detto il premier Paolo Gentiloni rispondendo a Bruxelles ad una domanda sull’eventualità di interventi aggiuntivi sulla manovra.

Secondo quanto riferiscono fonti Ue, Draghi ha detto che nei Paesi dove il debito è elevato, il consolidamento dovrebbe essere l’approccio dominante. E ha ribadito la necessità di continuare a fare riforme strutturali evitando di tornare indietro, anche per rimediare alla mancanza di convergenza tra Paesi dell’Eurozona, che è fonte di debolezza per l’intero blocco e per i singoli.

Draghi ha spiegato che l’Ue chiude l’anno in una situazione migliore dello scorso, ma con rischi strutturali e politici che potrebbero influire sulla ripresa. Sul fronte strutturale si tratta di minacce note, come la Brexit, e più recenti, come un cambiamento delle politiche Usa.

E’ vero che i mercati sono stati molto più resilienti dell’atteso, ha detto, ma è difficile valutare la prospettiva a medio termine. In ogni caso, sul medio termine le prospettive sono peggiori per la Gran Bretagna che per i Paesi Ue, ha ribadito. I rischi politici vengono invece dall’insolito numero di elezioni nei diversi Paesi, e da un ambiente dove i tassi d’interesse potrebbero gradualmente salire.

In questo ambiente, ha spiegato, le debolezze di Paesi della zona euro potrebbero diventare visibili perché c’è mancanza di convergenza nella zona euro e mancanza di rispetto delle regole, oltre al fatto che l’unione monetaria non è ancora completa.

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