L’italo-americano Vincent Viola, Segretario dell’esercito nell’amministrazione Trump

Vincent Viola
Vincent Viola

WASHINGTON. – Anche un italo-americano nell’amministrazione Trump: il presidente eletto ha designato come segretario dell’esercito Vincent Viola, 60 anni, nato a Brooklyn da una famiglia italo americana.

“E’ la prova vivente del sogno americano”, ha commentato Trump. Viola ha frequentato l’accademia militare di West Point e ha prestato servizio militare come ufficiale dei paracadutisti. Nel 2003 ha fondato e contribuito a finanziare la creazione del centro di combattimento anti terrorismo a West Point.

Suo padre era un immigrato e lavorò come camionista, il figlio è diventato un miliardario, fondatore di varie società (tra cui Virtu Financial) e proprietario della squadra di hockey Florida Panthers (Florida), acquistata nel 2013 per circa 250 milioni di dollari.

Il segretario dell’esercito si occupa di tutte le questioni che interessano le forze armate: personale, installazioni, comunicazioni, problemi ambientali, acquisto di sistemi bellici ed equipaggiamenti, gestione finanziaria.

Tempo fa si era parlato del figlio John come futuro presidente del Palermo Calcio. La notizia era stata rilanciata da La Gazzetta dello Sport: Gli italo-americani miliardari Vincent e John Viola hanno incontrato Zamparini. Fanno sul serio.

John Viola

Tuttavia fu lo stesso John, presidente della National Italian American Foundation l’associazione culturale statunitense che promuove la storia, la lingua e la cultura dell’Italia negli Stati Uniti, a smentire la notizia.

“Mi dispiace deludere i tifosi palermitani, ma non è una notizia vera. Non ho mai conosciuto Zamparini. Comprare un club italiano? Forse un giorno, ma con Zamparini non ho mai parlato. Guardo il calcio italiano ogni settimana e tifo per tutte le squadre del sud-Italia”.

Il legame con Palermo e con la storia del capoluogo siciliano rimane comunque forte. “Ci sono stato tantissime volte, è una città che amo perché la famiglia di mio nonno materno viene da lì. Però non sono mai stato al Barbera – spiega -. Ho visto diverse partite del Napoli, in compenso”.

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