Saccheggi nello Stato Bolívar, Governo e Opposizione si accusano a vicenda

Imágenes de saqueos publicadas por las redes sociales

CARACAS – A chi credere? Ai leader dell’Opposizione, che attribuito al governo la responsabilità di aver provocato i saccheggi nello Stato Bolívar con la decisione incomprensibile di dichiarare fuori corso le banconote da 100 bolívares e dando ai cittadini solo 72 ore per depositare le cartemonete nei propri conti; o al governo che, per bocca del vicepresidente del Psuv, Diosdado Cabello, ha accusato Voluntad Popular di essere l’artefice della miccia che ha acceso la fiamma delle proteste nello Stato Bolívar?
Dimenticata la debole tregua promossa dal Vaticano, archiviato praticamente l’agonizzante tavolo del dialogo, prosegue il botta e risposta tra governo e Opposizione. Psuv e Mud si accusano a vicenda sostenendo che sono stati i propri avversari quelli che hanno creato le condizioni per gli atti vandalici che hanno caratterizzato la vita dello Stato Bolívar nei giorni scorsi, provocato la morte di ben tre cittadini, numerosi feriti e oltre 250 arresti.
– Ora nello Stato Bolívar regna la pace e la calma – ha detto Diosdado Cabello -. Il Governatore dello Stato bolívar, Francisco Rangel gómez non ha motivi per rinunciare e non rinuncerá.
Dal canto suo, Henrique Capriles Radonski, esponente del Tavolo dell’Unitá e Governatore dello Stato Bolívar, ha attribuito ogni responsabilità alla maniera con cui il governo ha agito nel caso del ritiro dalla circolazione delle vecchie banconote di 100 Bs.
– Non si era mai visto prima d’oggi che un governo decidesse di ritirare dalla circolazione una banconota senza emetterne un’altra in sua sostituzione e dare ai cittadini il tempo di adeguarsi alla nuova realtà – ha detto Capriles Radonski -. E’ stato a causa di questo provvedimento irresponsabile che è precipitata la situazione nello Stato Bolívar. E’ stato per questa ragione che sono avvenuti i saccheggi. Il paese è sull’orlo del baratro. Siamo vicini a situazioni simili a quelle che si vivono in Somalia, una paese dell’Africa immerso nel caos e nell’anarchia.
Nello Stato bolívar, stando a quanto denunciato dal presidente della locale Fedecámaras, sono sti bruciati e saccheggiati oltre 600 negozi; negozi che non riapriranno piú le porte. Il danno provocato all’economia della regione, quindi, è inconmensurabile.