In Germania un profugo siriano trova 50 mila euro e li restituisce

Un ragazzo siriano suona il violino davanti alla polizia turca (Reuters)
Un ragazzo siriano suona il violino davanti alla polizia turca (Reuters)

BERLINO. – Un giovane profugo siriano in Germania ha restituito alla proprietaria 50 mila euro trovati nascosti in armadio che aveva comprato in un mercatino dell’usato ma di cui l’islam, la sua religione, gli imponeva di non appropriarsi. La storia viene rilanciata dall’agenzia tedesca Dpa che cita il racconto del profugo e della polizia.

Il protagonista della vicenda si chiama Muhannad Musa: ha 25 anni e ha lasciato in in Siria genitori e tre fratelli minori per fuggire in Nordreno-Vesftalia attraverso la rotta balcanica. A Minden ha ottenuto un appartamento e il denaro contante, assieme a oltre centomila euro su libretti di risparmio, li ha trovati in una busta nascosta nel doppiofondo di un armadio che si era procurato a poco prezzo.

Musa ha ammesso di aver dapprima pensato ai fratelli e a come quel denaro li avrebbe aiutati a raggiungerlo evitando il rischio di morire nel servizio militare. Ma poi ha consultato il Corano e video di interpretazione del libro sacro dell’Islam che circolano su internet: “Presto mi è stato chiaro: la mia religione dice che non si può trattenere denaro che appartiene ad altri, ma bisogna restituirlo”.

Così ha portato il tesoretto all’Ufficio stranieri che lo ha accompagnato dalla polizia: dopo un primo momento di incredulità vista l’entità della somma, Musa è stato eletto a “eroe del giorno” in un comunicato. Attraverso i libretti di risparmio è stata individuata la proprietaria del denaro che si è disobbligata pagando al profugo la patente di guida per evitare che una donazione in denaro gli causasse una riduzione del sussidio da profugo.

Musa ha detto di essere contento di poter raccontare l’episodio sia perché in Germania il clima nei confronti dei migranti talvolta è ostile, sia per confermare che l’islam è una religione di pace che non ha niente a che fare con l’Isis.

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