Mattarella, l’Italia guiderà il G7 con coerenza e continuità

ROMA. – Nel 2017 l’Italia avrà la presidenza di turno del G7 e diventerà membro provvisorio del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, svolgendo il suo compito “in linea di coerenza e di continuità con le direttrici fondamentali della nostra politica estera”. Lo assicura il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al Quirinale in occasione degli auguri di Natale e fine anno al corpo diplomatico estero accreditato a Roma.

Parole ferme e di alto valore istituzionale, quelle del Capo dello Stato che,secondo alcuni attenti osservatori, sembrano confermare la necessità più volte espressa del Colle di mantenere un sistema politico stabile. Alle Signore e ai Signori ambasciatori, Mattarella parla esattamente nel momento in cui il mondo è scosso dal tragico attentato di Ankara.

Il Capo dello Stato esordisce proprio ricordando come l’anno che si sta chiudendo veda “confermate alcune preoccupanti tendenze all’instabilità”. Parla della “furia terrorista che miete ancora vittime innocenti”, della migrazione, definita come “la sfida irrisolta per le nostre coscienze e le nostre società, ancora incapaci di elaborare risposte adeguate”.

E rivolge un pensiero al dramma del popolo siriano: “L’agonia di Aleppo – conferma di come le guerre odierne si combattano essenzialmente a spese dei civili, delle famiglie, dell’incolpevole infanzia – è una ferita per la coscienza di ciascuno di noi e suona testimonianza di come davvero il sonno della ragione generi mostri”. Ricorda che la diplomazia “è l’arte dell’ascolto, del confronto e della ricerca d’intese valide”. Proprio sul tema del dialogo, Mattarella coglie un “paradosso” legato all’era digitale.

“In un mondo in cui i social media hanno incrinato le barriere del tempo e dello spazio, la nostra capacità di colloquio, di comprensione della visione altrui, e quindi di mediazione, sembra essersi gradualmente ridotta”. Il Presidente riconosce senza riserve che i nuovi strumenti di comunicazione rappresentano “un progresso epocale, certamente positivo”.

Tuttavia rileva che “a questa larga condivisione degli avvenimenti non ha corrisposto, con analogo ritmo, l’aumento della capacità di comprendere i problemi, di confrontarsi con gli altri e di analizzare le cause profonde dei fenomeni che caratterizzano la nostra epoca”.

Il rischio, secondo Mattarella, è che emerga la tendenza a “cristallizzare le posizione espresse”, in un società che “appare rifuggire dal confronto autentico e approfondito”. “Rischiamo di vivere – ammonisce – in un eterno presente senza radici nel passato e senza aspirazioni di futuro”. In questo contesto, nessuno deve mai dimenticare che l’Unione europea, resta “un’istituzione che ha promosso pace, prosperità e crescita per più di sessant’anni”.

E nel futuro della Ue, sottolinea Mattarella, c’è il Mediterraneo, un mare che “da epicentro della crisi deve diventare baricentro delle opportunità”. Dopo aver citato il Premio Nobel per la pace, il Presidente colombiano Santos Calderon, Mattarella si congeda infine dagli ambasciatori con parole di moderato ottimismo:

“Questo periodo si presenta caratterizzato da crisi, antiche e recenti, ma anche da alcuni segnali di distensione e di speranza che è necessario non sottovalutare. Ci deve ora sorreggere la coscienza di dover operare per il bene del destino dell’umanità”.

(di Marcello Campo/ANSA)