Soldi per lavori mai eseguiti, 10 arresti a Roma

Palazzo del Campidoglio.

ROMA. – Corruzione diffusa, malaffare che sembra endemicamente annidarsi in molti ingranaggi della macchina amministrativa del comune di Roma. Dieci arresti e una trentina di indagati per una nuova inchiesta che ancora una volta racconta dell’intreccio illecito tra imprenditori e funzionari comunali. L’indagine riguarda i lavori su quattro edifici scolastici del Municipio XIV di Roma.

I reati ipotizzati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Erminio Amelio sono di associazione a delinquere finalizzata al peculato, corruzione, truffa ai danni dello stato e altri reati. Il procedimento è partito da una denuncia dell’ex presidente del Municipio, Valerio Barletta. Le indagini hanno riguardato le procedure d’appalto per l’esecuzione di lavori per la manutenzione straordinaria di quattro edifici scolastici (“Casal Sansoni”, “Pietro Bembo”, “Montarsiccio” e “Cerboni”).

Un vero e proprio accordo spartitorio quello siglato da imprenditori e funzionari teso a dividersi la torta delle risorse pubbliche destinate a tali lavori (circa 400 mila euro), in forza del quale, a fronte dell’aggiudicazione dell’ appalto, gli imprenditori avrebbero corrisposto ai dirigenti pubblici un importo pari al 20% delle somme liquidate per i lavori che si è scoperto non essere mai stati eseguiti.

Un dirigente dell’amministrazione capitolina sarebbe stato “ricompensata” anche mediante l’esecuzione gratuita di lavori di pavimentazione (20 mila euro) nella propria abitazione. Sono in totale dieci gli imprenditori finiti ai domiciliari mentre il gip Livio Sabatini ha respinto la richiesta di arresto per funzionari ritenendo non sussistenti le esigenze cautelari.

Si tratta di Antonio Adamo, Bruna Benni e Filippo Dicembre. Per loro, scrive il gip, la “risalenza temporale dei fatti accertati esclude, con evidenza, l’attualità delle esigenze cautelari né le attuali cariche ricoperte dagli indagati Benni (assegnata all’ufficio Occupazione suolo pubblico del XV Municipio) ed Adamo (dirigente tecnico presso il Dipartimento mobilità e trasporti) consentono perciò solo di giungere a diverse conclusioni”. Dal canto suo Dicembre “è collocato in quiescenza dal 2014”.

Quanto a Roberto Botta, altro dirigente comunale, “la natura dell’illecito penale e l’episodicità della condotta escludono la sussistenza delle esigenze cautelari”. Una conclusione che viene ribadita dal gip anche nei riguardi dei funzionari Antonio Cataldo, Fabrizio Marano e Maurizio Di Tosto. “Le concrete modalità di accadimento dei fatti accertati – spiega il giudice – e l’assenza di ulteriori elementi dai quali inferire una ulteriore e attuale adesione alle strategie e propositi illeciti del gruppo Bucci escludono la sussistenza di esigenze cautelari”.

(di Marco Maffettone/ANSA)

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