Legge elettorale: Pd, FI e M5S rinviano. Il Colle, sia omogenea

ROM. – Partita cruciale, ma solo da fine gennaio in poi. Una maggioranza inedita, formata da Pd, FI e M5S, rinvia in commissione Affari Costituzionali alla Camera l’approdo della legge elettorale in Parlamento a dopo la sentenza della Consulta. Del sistema che andrà a sostituire l’Italicum, insomma, se ne parlerà solo dopo che la Corte si sarà espressa sull’Italicum stesso: l’udienza è prevista per il 24 gennaio e non è scontato che la sentenza arrivi a brevissimo termine.

Una decisione, quella arrivata a Montecitorio, che fa insorgere la Lega e fa probabilmente perdere anche un po’ di spinta al Mattarellum rilanciato nell’assemblea Pd da Matteo Renzi. La partita sulla legge elettorale resta insomma apertissima ed è prevedibile che sia tutt’altro che breve.

Anche perché il premier Paolo Gentiloni ha più volte ribadito come il governo si limiterà ad “accompagnare” il lavoro delle Camere. Un lavoro che, è l’auspicio che il presidente Sergio Mattarella lancia nel suo messaggio di auguri alle alte cariche dello Stato, dovrebbe trovare in Parlamento “un consenso più ampio della maggioranza di governo”.

Niente accelerazioni parlamentari, quindi, ma la ricerca paziente di un sistema che abbia il placet del più alto numero possibile di forze politiche. E che, sottolinea il capo dello Stato, non solo sia “omogeneo” per Camera e Senato ma sia anche “pienamente operativo affinché non vi siano margini di incertezza”.

Se ne riparlerà nel 2017 e l’impressione è che il Mattarellum non possa essere più di una base di partenza. La legge varata nel ’93 (maggioritario a turno unico con collegi uninominali al 75%, proporzionale nel restante 25% dei seggi) non piace infatti né ai centristi alleati del governo né a FI.

E non convince neanche parte dei Dem. “Siamo per un sistema proporzionale con premio di governabilità alla coalizione”, sottolinea il capogruppo Ncd Maurizio Lupi esortando a far partire la discussione dalla “maggioranza di governo”. Mentre Silvio Berlusconi rimarca la posizione azzurra: “Il Mattarellum con tre poli non funziona. Penso ad un modello proporzionale condiviso”.

E anche la minoranza Pd, seppur favorevole al Mattarellum, si mantiene prudente. “Dentro il titolo Mattarellum si può trovare una soluzione che può avere una certa concessione di proporzionalità e con dei collegi che permettono agli elettori di conoscere i parlamentari”, spiega Pier Luigi Bersani. Intanto, il rinvio di oggi ha motivi diversi.

Il M5S vuole attendere la legge che uscirà dalla Consulta e poi, magari con un piccolo aggiustamento, andare subito al voto. Per Pd e FI è inutile iniziare una discussione prima della Corte. Ma la Lega, finora unica a sostenere nettamente Renzi nel Matterellum, attacca. “Troppo gente vuole tirare a campare, alle spalle degli italiani, è uno schifo”, tuona Matteo Salvini che, con la mozione leghista, aveva proposto di far lavorare il Parlamento anche durante le feste.

“Un nostro provvedimento per tornare al Mattarellum c’è già. Una legge non si fa con le mozioni”, taglia corto il capogruppo Pd Ettore Rosato.

(Di Michele Esposito/ANSA)

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