Sternsingen, i Cantori della Stella

Se vi capita di fare un giro in Alto Adige/Südtirol vi stupirete – ma sono tante le cose da ammirare – nel trovare sull’architrave delle porte d’ingresso delle case, siano esse private, di comunità, o sedi pubbliche, oppure direttamente sulle ante, un’iscrizione fatta press’a poco così: 20 – K+M+B – 16. Esiste anche sulla porta di casa mia. E tante volte ho dovuto spiegarne la ragione a parenti ed amici del sud che negli anni hanno voluto onorare di una visita a me, partito da Torre Annunziata, in provincia di Napoli, più di 40 anni fa. Ogni Regione ha le sue tradizioni, e così pure per Natale.

Chi come me proviene dalla Campania sa che per Pasqua, il parroco della comunità parrocchiale porta la benedizione alle famiglie girando – chi sa se lo fanno ancora! – per le case aspergendo con l’acqua santa la dimora e i suoi abitanti, e raccogliendo offerte ed uova fresche (quando nelle aie e nei cortili si allevavano ancora le galline).

Qui, in Alto Adige, invece, la benedizione delle case la si fa nei giorni tra Natale e Capodanno; e la portano i Tre Magi, i quali, visitando i presepi nelle case private, danno l’annuncio della nascita del Redentore, pregano con la famiglia ospite, intonano un canto in lingua tedesca (perché dalla cultura tedesca ci viene a questa bella tradizione), e, alla fine, nell’uscire, segnano sulla porta la prova del proprio passaggio: la sigla 20-K+M+B-16, che mi accingo a decifrare.

Le cifre indicano la data, praticamente il numero dell’anno che inizia, perciò quest’anno sarà 17, fermo restando il numero dei secoli [20]. Le lettere invece, stando ad una leggenda popolare, sarebbero le iniziali dei nomi dei santi magi visitatori, Kaspar, Melchior, und Balthasar (Gaspare, Melchiorre e Baldassarre: i nomi attribuiti ai Tre Magi).

Per la verità il segno apposto con un gessetto bianco sulla porta di casa, e che – stranamente – si mantiene per l’anno intero fino alla nuova visita dei Cantori della Stella, significa Christus Mansionem Benedicat (Cristo benedica il maso), dove “mansionem” (parola latina da cui deriva la parola “maso”, e che indica un tipo di proprietà con sue prerogative anche giuridiche) è, come lo era all’origine, la casa, la dimora, dove uno “rimane”.

Il nome di “Cantori della stella” è dovuto al fatto che il gruppo in costume da “magi” è accompagnato, oltre che da incenso ed acqua benedetta, anche dal signifer, un chierico che al posto della croce porta un’insegna (signum) a forma di una grande stella.

In quei giorni, nella comunità parrocchiale dove si coordina l’iniziativa, si formano diversi gruppi di Magi, ognuno accompagnato dal suo signifero.

Per una decisione locale che interessa tutta la Diocesi di Bolzano, le offerte raccolte nei giorni della visita dei Magi sono devolute a progetti sociali nelle terre di missione.

Le famiglie più antiche, quelle di maggior rilievo sociale, quelle amiche, o i benefattori più assidui, sono visitate dal gruppo degli adulti, il più caratteristico, il meglio attrezzato per vestimenti e per stile, le persone più sensibili a tener viva l’antica tradizione, capaci di creare sincere occasioni di scambio di auguri e nuove relazioni di amicizia.

Luigi Casale

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