Erdogan, gulenista il killer dell’ambasciatore. Mosca, prudenza

ISTANBUL. – Accuse, rivendicazioni e smentite. Ora dopo ora, assume sempre più i contorni di un intrigo internazionale l’omicidio dell’ambasciatore russo ad Ankara, Andrei Karlov. Mentre in Turchia il presidente Recep Tayyip Erdogan punta il dito pubblicamente sui legami del poliziotto killer, Mevlut Mert Altintas, con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, il Cremlino invoca prudenza e la stampa russa e iraniana alimentano i sospetti sugli islamisti sunniti siriani, pubblicando una rivendicazione che viene poi smentita dai gruppi qaedisti.

Uno scambio incrociato di accuse che rischia di inquinare sin dall’inizio un’indagine in cui tutti sembrano avere già il loro colpevole. La notizia della rivendicazione da parte di una coalizione ribelle in Siria, guidata dai qaedisti del Fronte Fatah al Sham (ex al Nusra), era stata diffusa dall’agenzia iraniana Isna e da diversi media vicini al Cremlino. Un colpevole ideale, per i due principali sostenitori del presidente Bashar al Assad.

Nel presunto comunicato, si tiravano in ballo anche gruppi ultranazionalisti turchi. Ma Fatah al Sham non ha tardato a smentire il suo coinvolgimento, affermando che “quanto diffuso oggi da alcuni media è falso” e che il gruppo “non è legato in alcuno mondo all’uccisione dell’ambasciatore russo”.

Gli stessi slogan per Aleppo e inneggianti alla jihad, urlati da Altintas dopo l’agguato, sono apparsi a diversi esperti poco ‘autentici’. Ad Ankara, la rivendicazione smentita viene bollata dagli ambienti governativi come un tentativo di confondere le acque messo in atto dai ‘gulenisti’ che, dopo le parole di Erdogan, sono sempre più al centro delle indagini.

Il numero delle persone fermate per legami con il killer è salito a 11, tra cui diversi suoi familiari. Si continua a scavare nel passato di Altintas, in cerca di nuovi elementi che lo colleghino al presunto ‘stato parallelo’ dell’imam e magnate in esilio volontario negli Usa. Lo stesso ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha parlato di chiare responsabilità in una telefonata ieri sera con il segretario di Stato americano, John Kerry.

Ma la fretta di Ankara deve fare i conti con la volontà espressa da Mosca di fare piena luce sul delitto. Le indagini, concordate dai presidenti Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, sono già state affidate a un team di 120 esperti dell’antiterrorismo turco, tra cui anche alcuni interpreti, per favorire il coordinamento con la squadra di 18 investigatori giunta ieri dalla Russia.

“Mosca ritiene che sia necessario aspettare i risultati del lavoro del comitato investigativo congiunto”, ha frenato il portavoce di Putin. Su una cosa, Turchia e Russia sembrano comunque già d’accordo: non è stato il gesto di un lupo solitario.

Intanto, Putin parteciperà ai funerali di Karlov, che saranno celebrati nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore dal patriarca Kirill. L’ambasciatore ucciso è stato anche nominato ‘Eroe di Russia’ alla memoria.

(di Cristoforo Spinella/ANSAmed)

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