Cassazione: la Turchia viola i diritti umani, fermate le estradizioni

ROMA. – La Turchia di Tayyip Erdogan viola i diritti umani e la situazione si è “ulteriormente aggravata” dopo la reazione del governo al tentato colpo di stato dello scorso quindici luglio a seguito del quale Ankara ha deciso di sospendere l’applicazione della ‘Convenzione per la salvaguardia dei diritti umani’.

Lo sottolinea la Cassazione che di fronte a questo quadro allarmante – prima Corte suprema europea a compiere un passo del genere – ha deciso di non estradare in Turchia un trafficante di droga che aveva già scontato la condanna, divenuta definitiva nel 2003, a sette anni di reclusione in Germania dove era stato arrestato per associazione dedita al narcotraffico per aver trasportato dalla Turchia 86 chili di eroina.

I supremi giudici, dunque, hanno bloccato il via libera al rimpatrio coatto deciso dalla Corte d’Appello di Venezia ad aprile nei confronti di Resneli Aydin su mandato di cattura emesso dall’autorità giudiziaria di Istanbul. La Cassazione ha tenuto in considerazione l’ultimo rapporto di Amnesty International sulla Turchia dal quale “risultano segnalati casi di tortura e di maltrattamenti ai danni di detenuti, nonché un eccessivo impiego della forza da parte della polizia”, vicende riferite anche da altri rapporti sui diritti umani e la molteplicità delle fonti – rileva la Corte – consente “di ritenere che si tratti di una situazione diffusa e non episodica, di carattere sistemico o comunque generalizzato, che finisce per determinare gravi violazioni”.

Nel verdetto 54467, depositato ieri e relativo all’udienza svoltasi a novembre, gli ‘ermellini’ ricordano inoltre che una delegazione di giuristi e avvocati italiani ha constatato “un quadro assolutamente preoccupante per il rispetto dei diritti della persona, circostanza già emersa da tempo in quanto la Turchia ha subito il maggior numero di condanne in Europa per il mancato rispetto dei diritti umani”.

A supporto della decisione di bloccare le estradizioni verso la Turchia, la Cassazione cita, riconoscendo loro piena attendibilità, le notizie “apprese dalla stampa nazionale e internazionale che riferiscono, documentatamente, di destituzioni e sospensioni dall’incarico di migliaia di magistrati (circa 2.700), situazione talmente preoccupante da aver determinato il Consiglio superiore della magistratura a sospendere ogni cooperazione con il Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri della Turchia a causa del marcato rispetto dell’indipendenza della magistratura di quel Paese”.

Con questa sentenza, infine, la Suprema Corte ha stabilito che il principio del ‘ne bis in idem’ – in base al quale non si può essere processati e condannati due volte per uno stesso reato – si applica anche per le sentenze emesse da giudici appartenenti a stati membri dell’Unione Europea.

“In ambito europeo – affermano i supremi giudici della Sesta sezione penale – ogni sentenza emessa da uno Stato membro deve valere quale sentenza di ogni singolo Stato, sul presupposto che si tratta di ordinamenti fondati sul rispetto dei diritti umani e delle garanzie difensive che costituiscono il nucleo del giusto processo”.

Anche per questo, dato che Aydin Resneli ha già pagato il suo debito con la giustizia tedesca, l’uomo, che è stato difeso dagli avvocati Massimo Krogh e Nicola Canestrini, non è stato consegnato alle autorità turche ma rimesso in libertà.

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