Venezuela: 2017, un anno politicamente imprevedibile

Una Comisión de la AN mantiene una investigación sobre este suceso que ha sido criticado de manera severa por la comunidad internacional.
Una Comisión de la AN mantiene una investigación sobre este suceso que ha sido criticado de manera severa por la comunidad internacional.
Padre Sosa, il Papa nero

CARACAS – Un 2017 imprevedibile nell’ambito politico. Ed infatti, archiviata l’esperienza del Tavolo del Dialogo, nonostante il vaticano spera ancora in un miracolo, e scaduti i termini per un Referendum Revocatorio, si aprono per il Paese nuovi scenari.
Mentre i venezuelani vivono un Natale atipico, in cui l’allegria e l’ambiente felice della festività sono latitanti, Padre Sosa, il N. 1 dei Gesuiti, in conferenza stampa ha ammonito il mondo politico sottolineando che in un Paese in cui non esista un calendario elettorale difficilmente si può patrà di democrazia. Ha anche sottolineato che in un Paese democratico non possono esistere prigionieri politici. Insomma, ha avuto parole assai critiche nei confronti del governo che ritiene che in carcere non vi siano politici ma solo agitatori di professione.
Intanto, in presenza delle festività natalizie e dell’inizio del nuovo anno, le famiglie dei prigionieri politici speranzo ancora in una amnistia, un condono presidenziale che permetta ai loro cari di tornare in casa. Tra gli oltre 100 prigionieri politici oggi in carcere vi sono anche connazionali. Tale è il caso dell’ex Sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, della signora Betty Grossi, in stato di fermo nella sede del Sebin tristemente famosa col nome di “La Tumba”, il giovane Raul Emilio Baduel, figlio del generale la cui azione fu decisiva nella liberazione dell’estinto presidente Chàvez detenuto nell’isola La Orchila durante il tentativo di “golpe” nel 2002, e l’avvocato Marcello Crovato, arrestato apparentemente mentre faceva valere i diritti di un suo cliente.
A rendere ancora più imprevedibile il futuro politico del paese non è solo la crisi economica, e i provvedimenti monetari applicati dal governo – leggasi ritiro delle banconote di maggior valore mentre non sono in circolazione quelle che dovrebbero sostituirle – ma anche la possibilità, dal 10 gennaio in avanti, di un “golpe” interno al Psuv per destituire il presidente della Repubblica. Infatti, dopo il 10 gennaio è possibile un Referendum revocatorio senza che il suo esito incida sulla permanenza del chavismo al potere. Sarebbe destituito il capo dello Stato e, al suo posto, al Palazzo di Miraflores andrebbe il vicepresidente. Un avvicendamento gattopardiano.
– Dal 10 gennaio il presidente Maduro non sarà più imprescindibile al chavismo – ha spiegato Jesús Chuo Torrealba, segretario Esecutivo del tavolo dell’Unità -. E’ questo un nuovo elemento di instabilità politica.
D’altro canto, ha affermato che nell’ambito dell’Opposizione è indispensabile un’unità che si limiti alla sola l’unione di sigle”
A chi suggerisce una sua uscita dalla scena politica come elemento per rafforzare il Tavolo dell’Unità, laconico Torrealba risponde:
– Se fosse solo quello il problema…
E, in effetti, i problemi dell’Opposizione sono ben altri e si teme che possano emergere tutti al momento delle candidature degli aspiranti a Sindaco e Governatori. L’esperienza dell’elezione parlamentare ha dimostrato che l’Opposizione, se si presenta unita, ha la forza sufficiente per trionfare. Ma, si chiedono gli esperti, cosa accadrebbe se invece di un candidato a Governatore, tra le file dell’Opposizione, ce ne fossero tre o quattro?
Il governo probabilmente pungolerà i leader dell’Opposizione troppe volte accecati dalle proprie legittime aspirazioni e ambizioni