Terrorismo: sei milioni di italiani rinunciano alla vacanza fuori casa

ROMA. – Cresce in Italia la paura di un attentato terroristico, alimentata dalla strage dei mercatini di Natale a Berlino e dal recente attentato a Nizza. A pensarlo ben il 75% dei cittadini, giovani in testa, molti dei quali, circa 6 milioni, hanno deciso di rinunciare alle vacanze “fuori casa” di fine anno nelle città italiane o all’estero dopo i recenti attentati terroristici, preferendo le “più sicure” mura domestiche.

Insomma, il terrorismo condiziona gradualmente la quotidianità collettiva, a tal punto che, poco più della metà degli italiani (54,1%) sta cambiando le proprie abitudini. A cambiare programmi, decidendo di disdire la vacanza fuori casa, sono principalmente i giovani nel 18,5% dei casi. Sul versante opposto, gli italiani che non ci stanno a farsi cambiare le abitudini e le decisioni di viaggio per le festività imminenti superano di poco il 30% del panel intervistato.

Lombardia e Lazio si confermano, per il secondo anno consecutivo, le realtà territoriali più “esposte” al terrorismo secondo l’Italian Terrorism Infiltration Index 2016 ideato dall’Istituto Demoskopika, che ha tracciato una mappa delle regioni più a rischio potenziale di infiltrazione terroristica sulla base di tre indicatori ritenuti “sensibili”: le intercettazioni autorizzate, gli attentati avvenuti in territorio italiano e gli stranieri residenti in Italia provenienti dai primi cinque paesi considerati la top five del terrore dall’Institute for Economics and Peace (lep) nello studio “Global Terrorism Index 2016”: Iraq, Afghanistan, Pakistan, Nigeria e Siria.

Europa e Italia devono considerarsi in guerra e sotto assedio: è la percezione nutrita dal 75,6% dei cittadini secondo la rilevazione, effettuata all’indomani della strage ai mercatini di Natale nella capitale tedesca. La paura di un attacco terroristico in Italia è assolutamente trasversale per le classi di età (giovani, adulti e anziani).

Qualche differenza, invece, analizzando l’area territoriale: la paura maggiore sembra essere avvertita al Sud (78,1%) e nelle realtà regionali del Nord Ovest (74,8%). Inoltre, per 8 individui su 10 del campione (81,6%) occorrono maggiori controlli interni per garantire più sicurezza e il 60,8% si spinge a ritenere necessaria la chiusura delle frontiere del nostro Paese per non far giungere nuovi immigrati dai paesi a maggiore “vocazione terroristica”.

Demoskopika rileva anche che dal 2005 al 2014 il numero delle utenze telefoniche controllate dietro autorizzazione delle procure italiane, per indagini relative a reati di terrorismo internazionale e interno, è stato complessivamente pari a 7.991 ma che l’attività di “ascolto” nel 2014 è cresciuta del 30,4%. Sono 59 gli attacchi terroristici avvenuti in Italia negli ultimi 10 anni, inclusi nel Global Terrorism Database.

Dall’analisi di Demoskopika emerge che la regione che ha subìto il maggior numero di attacchi terroristici in questo arco temporale è stato il Lazio, con 15 episodi (25,4% del totale), la Lombardia con 11 eventi (18,6%) e il Piemonte con 8 eventi (13,6%).

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