L’Italia nel Consiglio Onu e presidente del G7

Il nuovo primo Ministro, Paolo Gentiloni, ANSA/ GIUSEPPE LAMI
Il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite

ROMA. – Con l’ingresso nel Consiglio di sicurezza dell’Onu e la presidenza del G7 è iniziato un anno cruciale per la politica estera italiana che culminerà a maggio con il vertice di Taormina. “L’Italia da oggi nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Più forte la nostra voce per sviluppo sostenibile, pace, impegno globale sui migranti”, ha commentato oggi su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che nei giorni scorsi ha delineato con grande chiarezza quali saranno i principi che guideranno il governo nelle sfide di politica estera per il 2017.

Da gennaio l’Italia è entrata a far parte anche della trojka dell’Osce di cui assumerà la presidenza a partire dal 2018.

Innanzitutto, la presidenza del G7. A capo del vertice, ha spiegato il premier nella conferenza stampa di fine anno, l’Italia sarà “quella di sempre”, quindi un Paese coerente nei suoi valori e nelle sue alleanze, partner imprescindibile di Unione europea e Nato. Ma il G7 sarà l’occasione per raggiungere soprattutto due obiettivi: ribadire la centralità del Mediterraneo e rilanciare nuovi rapporti con la Russia.

Che il ‘mare nostrum’ sia una priorità della politica estera italiana lo ha sottolineato tante volte Gentiloni, soprattutto nel suo precedente incarico da ministro degli Esteri. Dal Mediterraneo per l’Italia arrivano opportunità e rischi ed è anche per questo, per la nostra economia e la nostra sicurezza, che il governo vuole mantenere alta l’attenzione della comunità internazionale sulla questione dei migranti e sulle tante crisi aperte nell’area dalla Libia, all’Iraq, alla Siria.

Su questo ultimo punto l’Italia è stata chiara: non c’è altra soluzione che l’apertura di negoziati sulla transizione gestititi dall’Onu. E sarà uno degli argomenti, insieme con la necessità di non trascurare il conflitto israelo-palestinese, che il governo vuole riportare al centro dell’agenda delle Nazioni Unite approfittando del suo ingresso nel Consiglio di Sicurezza.

L’auspicio di Roma è che anche la Russia contribuisca ad arrivare a questa soluzione di raccordo con gli Stati Uniti. Fautore da sempre di una politica di fermezza e, insieme, apertura nei confronti di Mosca nei prossimi mesi l’Italia potrebbe contare sulla nuova amministrazione Usa per portare il resto della comunità internazionale sul fronte del dialogo.

D’altronde, è la convinzione del governo, le logiche da guerra fredda oggi non hanno più senso. Il vertice del G7 a Taormina i prossimi 26 e 27 maggio sarà il primo con Donald Trump presidente americano. Roma ribadisce che il rapporto con gli Stati Uniti non si discute ed è un caposaldo della nostra politica estera. Al momento Mosca resta fuori, ma sono in molti a ipotizzare, anche all’indomani del debutto della nuova amministrazione americana, un ritorno presto della Russia nel Club, che tornerebbe a essere G8. Forse già a Taormina.

(di Benedetta Guerrera/ANSA)

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