La fitta agenda di Bergoglio, i mille impegni del 2017 anche sul fronte estero

PHILADELPHIA, PA - (Photo by Matt Rourke-Pool/Getty Images)
PHILADELPHIA, PA –
(Photo by Matt Rourke-Pool/Getty Images)

CITTA’ DEL VATICANO. – Un fronte “interno”, sia alla Curia romana che alla Chiesa nel suo complesso, dove devono trovare compimento la riforma delle strutture di governo e, tra non poche difficoltà, quella pastorale e missionaria, nel segno della “misericordia”, di cui si è nutrito il Giubileo straordinario da poco concluso. E un fronte “internazionale”, altrettanto impegnativo e denso di traguardi, dove si accumulano i vari dossier che vede impegnata la diplomazia vaticana.

Non sarà un anno semplice, visti gli obiettivi che lui stesso si è dato, e viste le “resistenze” anche “malevole” che non ha mancato di denunciare, il 2017 di papa Francesco, un anno cruciale nel suo pontificato, in cui avere la riprova di quanto il suo messaggio rivoluzionario, che torna alle radici del Vangelo, si sia effettivamente radicato non solo nel cuore dei fedeli, ma nella mentalità e nei comportamenti delle gerarchie.

In questo 2017, il 13 marzo, il Pontefice argentino chiuderà il suo quarto anno di pontificato ed entrerà nel quinto: un momento per tracciare bilanci ed esigere risultati.

Domattina, intanto, Francesco riprenderà le udienze generali, giovedì incontrerà nella Sala Nervi le popolazioni terremotate, poi il giorno successivo la celebrazione dell’Epifania che chiude il ciclo natalizio, quindi domenica i tradizionali battesimi nella Cappella Sistina: il Papa apre così la fittissima agenda del nuovo anno (basti pensare che quest’anno dovrà raddoppiare le visite Ad Limina dei vescovi da tutto il mondo, sospese l’anno scorso a causa del Giubileo), che nei prossimi giorni vedrà anche un appuntamento fondamentale, quello dell’udienza al Corpo diplomatico in cui, in uno dei principali discorsi dell’anno, il Papa delineerà il suo carnet internazionale.

In questo grande capitolo, al primo posto c’è di sicuro la soluzione della crisi siriana, su cui la diplomazia vaticana si è spesa moltissimo, con in prima persona il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin (all’inizio di dicembre in due giorni ha ricevuto in Vaticano i ministri degli Esteri di Usa, Russia e Regno Unito).

E da Oltretevere si guarda con grande speranza alla tregua raggiunta il 30 dicembre grazie alla mediazione di Russia e Turchia con l’avallo dell’Iran. “Speriamo che il 2017 segni veramente l’anno della svolta! Naturalmente c’è molto da fare, ma importante è che cessi la violenza”, dice da Damasco il nunzio apostolico, card. Mario Zenari.

L’altro grande dossier è quello dei rapporti con la Cina, dove a parte le notizie contrastanti sulle ordinazioni con la presenza di vescovi illeciti e sulla voglia di “autonomia” da Roma proclamata dall’Associazione patriottica dei cattolici cinesi, pesano le assicurazioni governative sulla volontà di un “dialogo costruttivo” con la Santa Sede e di un “miglioramento delle relazioni”.

Sullo sfondo resta anche il rapporto tra Vaticano e Russia, positivo sul piano politico, da approfondire ancora su quello religioso dopo lo storico incontro col patriarca Kirill.

Quest’anno il Papa riprenderà i viaggi in Italia (il 25 marzo sarà a Milano, il 27 maggio a Genova), mentre all’estero è per ora sicura solo la visita a Fatima del 12 e 13 maggio, per il centenario delle apparizioni, mentre non ci sono ancora date per il viaggio annunciato in India e Bangladesh, né tanto meno per quello possibile in Africa, in cui il Papa potrebbe toccare due o tre Stati, anche in situazioni di conflitto (il Sud Sudan?) come il Centrafrica dove il 29 novembre 2015 aprì il Giubileo.

Sul piano ecumenico, Francesco spinge per una soluzione dello scisma dei Lefebvriano (importante aver riconosciuto la validità delle loro confessioni). Mentre su quello del dialogo interreligioso si attende ancora la sua visita alla Grande Moschea di Roma, di cui ha accolto favorevolmente l’invito.

Per la riforma della Curia, dopo gli accorpamenti e i nuovi dicasteri già creati, si va verso l’impianto finale e la nuova costituzione che rimpiazzerà la Pastor Bonus: dal 13 al 15 febbraio è in calendario il prossimo ‘C9’ dei cardinali. Ed è su tale percorso che il Papa, nell’udienza di fine anno alla Curia, ha messo in guardia dalle “resistenze malevole, che germogliano in menti distorte e si presentano quando il demonio ispira intenzioni cattive”.

Proprio sul piano delle “resistenze” conservatrici è ancora aperta la questione dei ‘dubia’ sulla Amoris Laetitia e la comunione ai risposati sollevati da quattro cardinali a cui il Papa non ha dato risposta, ricevendone minaccia di “correzione”. Un campanello d’allarme sugli ostacoli che Bergoglio non mancherà di incontrare ancora sul suo cammino.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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